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Aspetti neurobiologici del panico:
il contributo delle neuroscienze
Dr. Antonio Grande e Dr.ssa Gabriella Ranalli - Psicoterapeuti Psicologi Bologna
Nel tentativo di chiarire meglio il meccanismo di insorgenza dell’attacco di panico molti studiosi si sono dedicati alla ricerca degli aspetti biochimici e delle aree neuroanatomiche potenzialmente coinvolte nella genesi dell’attacco di panico. Gli aspetti biochimici si riferiscono a quelle sostanze che mettono in contatto tra loro le cellule nervose, chiamate “neurotrasmettitori”. Grove et al. (1997) ritengono che nell’attacco di panico siano coinvolti diversi sistemi di neurotrasmettitori che si influenzano reciprocamente. A riprova di ciò il fatto che si possano ottenere riduzioni significative della sintomatologia dell’attacco di panico agendo per vie diverse, o direttamente attraverso farmaci che influenzano circuiti neuronali che usano neurotrasmettitori diversi quali noradrenalina, serotonina e gaba o indirettamente attraverso interventi psicoterapici che modificando gli aspetti cognitivi ed emotivi vanno anch’essi ad influenzare l’equilibrio dei vari neurotrasmettitori. Grazie all’uso di tecniche di neuroimagining come la Pet si è potuto osservare come varia il metabolismo nelle diverse aree cerebrali durante l’attacco di panico. L’ipotesi più accreditata vede partire il comando che porta alla manifestazione dei sintomi di ordine fisico come tachicardia, sudorazione, tremore, etc., da una piccola zona del cervello denominata “locus coeruleus” la cui stimolazione determina un grande rilascio del neurotrasmettitore noradrenalina che va ad agire in senso eccitatorio sui vari organi producendo i sintomi sopra menzionati. Viene da domandarsi quali possano essere gli stimoli capaci di indurre l’attivazione del locus coeruleus. Una tesi, sostenuta dai biologi, ritiene che i recettori presenti in questa zona, siano particolarmente sensibili a causa di fattori ereditari, in quei soggetti che manifestano attacchi di panico. Questi recettori hanno lo funzione di attivarsi, rilasciando noradrenalina, ognivolta che aumenta la quantità di anidride carbonica nel sangue. Nei soggetti che soffrono di attacchi di panico questi recettori si attivano non solo quando l’aumento di anidride carbonica è reale ma anche in altre condizioni non motivate nel concreto. La tesi sostenuta dai biologi non ha ricevuto conferma dagli studi compiuti sui gemelli omozigoti (gemelli che condividono lo stesso patrimonio genetico) nei quali è stato visto che l’ipersensibilità dei recettori non si manifesta sempre in entrambi i gemelli e quindi non può dipendere da fattori ereditari. Infatti studi condotti sulle scimmie hanno dimostrato come esperienze precoci di separazione del cucciolo dalla madre potessero indurre delle modificazioni in alcune zone del cervello. Ciò porta a concludere che quest’ipersensibilità dei recettori del locus coeruleus possa essere determinata oltre che da fattori biologici anche da fattori psicologici legati ad esperienze relazionali di ansia di separazione vissute nell’infanzia. Da questo deriva l’importanza di un approccio alla cura dell’attacco di panico che tenga conto della dimensione biologica, attraverso l’utilizzo di farmaci e di quella psicologica, attraverso la psicoterapia. Altri studi (Kasha 1999) inoltre hanno evidenziato una riduzione, nella corteccia prefrontale occipitale e temporale, dei recettori benzodiazepinici. Le “benzodiazepine” sono sostanze che aumentando la disponibilità di neurotrasmettitori come il gaba, la serotonina e l’adrenalina, che hanno il potere di diminuire l’attivazione del locus coeruleus. Per quanto riguarda invece gli aspetti di ordine psichico implicati nella valutazione cognitiva degli stimoli ambientali o interni all’organismo e rappresentati dalla paura di impazzire, di morire e di perdere il controllo, le strutture che sembrano più coinvolte sono l’ippocampo, l’amigdala, la corteccia prefrontale e la sostanza grigia periacqueduttale. L’ippocampo sembra avere la funzione di attribuire significato alle informazioni che provengono dall’ambiente e nel determinare la conseguente risposta comportamentale. Uno squilibrio nel suo funzionamento può provocare una reazione di allarme o di difesa sproporzionati alla situazione. L’amigdala partecipando a processi di recupero e di estinzione di ricordi traumatici, può favorire la comparsa di reazioni di allarme in maniera autonoma ed irrazionale. Infatti i soggetti che soffrono di attacchi di panico presentano una grande facilità nel ricordare eventi legati alla paura. La corteccia prefrontale, in particolare quella orbitofrontale destra, sembrerebbe responsabile della ideazione ossessiva che pone il soggetto in una condizione di allarme costante. Infine la sostanza grigia periacqueduttale può essere attivata da stimoli minacciosi o da sensazioni di mancanza d’aria e dare luogo a reazioni comportamentali intense di fuga o di blocco.
Dr. Antonio Grande: Opera a Bologna dal 1980. Laureato in Psicologia (Univ. Padova) ed in Pedagogia (Univ. Bologna), ha seguito una prima formazione post-universitaria in Riabilitazione e Psicoterapia del Linguaggio e poi, sviluppando e approfondendo i propri interessi, Specializzazioni e Formazioni, al minimo quadriennali, in Psicoterapie Dinamiche Brevi, in Psicoterapia Ipnotica, in Psicoterapia Psicoanalitica e in Consulenza Sessuale e Sessuologia Clinica. Già direttore del Centro di Psicologia Applicata, è attualmente direttore del Centro Studi di Psicoterapia "Arca" e direttore scientifico della Rivista di Psicologia Psicoterapia e Sessuologia "ARCA ".
Dr.ssa Gabriella Ranalli: Dopo la laurea in Psicologia Clinica ha conseguito la specializzazione in Psicoterapia Psicoanalitica presso la Società Italiana di Psicoterapia Psicoanalitica. Negli anni successivi si è formata in Psicodiagnostica Clinica presso il CEIPA - Istituto di formazione e ricerca scientifica, Roma. Ha seguito poi un Master in Sessuologia Clinica presso il Centro Italiano di Sessuologia e un altro Master in Ipnosi Ericksoniana presso la Società Italiana di Ipnosi. Ha svolto poi il Training (I e II livello) del metodo terapeutico EMDR presso l’Associazione EMDR Italia.
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Vedi anche nel sito:
- Attacchi di panico
- Agorafobia
- Agorafobia..la fobia delle situazioni senza uscita
- Quali patologie organiche possono produrre sintomi simili a quelli dell'attacco di panico?
- Utilizzo di sostanze e attacchi di panico
- Esistono condizioni ambientali e stimoli fisici che possono favorire la comparsa di reazioni ansiose?
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