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TERAPIA COGNITIVO COMPORTAMENTALE
LE NUOVE FRONTIERE E LE CONSIDERAZIONI FINALI
Dr. Antonio Grande e Dr.ssa Gabriella Ranalli - Psicologi Psicoterapeuti Bologna
Il successo di una terapia è legato soprattutto al tipo di trattamento praticato?
E' più importante l'esperienza del terapeuta o il tipo di trattamento praticato?
L'evoluzione della ricerca in psicoterapia sta comportando un utile avvicinamento tra vari indirizzi di ricerca presenti nei principali modelli terapeutici?
Esiste un tipo di psicoterapia che si possa ritenere in assoluto migliore delle altre?
Uno degli aspetti più interessanti dell'attuale ricerca in ambito psicoterapeutico è quello dell'identificazione dei fattori terapeutici, identificazione che in prospettiva dovrebbe poi poter rendere conto anche del fatto, ormai più che evidente, che terapeuti esperti, qualunque sia l'orientamento terapeutico cui appartengono, riescono ad essere d'aiuto ai propri pazienti e a ridurre le loro sofferenze. D'altro canto, siccome è difficile pensare che esistano tante strutture della mente quante sono le teorie della mente che stanno dietro alle diverse forme di trattamento psicoterapeutico, e considerando inoltre che quelle più serie e sperimentate hanno delle buone ragioni per sostenere quello che sostengono, non ci rimane da pensare che in qualche modo ognuna di loro metta a fuoco degli aspetti di una realtà più complessa, avvicinandosi alla quale un giorno forse si potrà arrivare ad una teoria integrata della psicoterapia.
Sembrano inserirsi su questa linea di sviluppo, le prospettive attualmente più interessanti della psicoterapia cognitivo-comportamentale, che si basano fondamentalmente sulla ricerca in tre aree fondamentali, aree che l'avvicinano, rendendo possibili raffronti sempre più utili e numerosi in ambito teorico-clinico, alla ricerca psicoanalitica e a quella sistemico relazionale, emanazioni di orientamenti teorico-terapeutici che, insieme a quello cognitivo comportamentale, sono attualmente tra i più importanti nel panorama mondiale della psicoterapia. Queste aree sono quelle della ricerca sul Sé, costituita fondamentalmente dal tentativo di applicazione degli sviluppi della cibernetica al sistema umano della conoscenza di sé, quella sullo sviluppo cognitivo ed emotivo dell'individuo dall'inizio della vita in poi, nel tentativo di individuare via via i fattori responsabili della strutturazione patologica nei modi di pensare, agire e sentire, e infine quella dello studio e delle possibili applicazioni cliniche dei rapporti fra attività mentali consce ed inconsce, sulla base delle attuali ricerche neuropsicologiche (Liotti, 1994).
Come si vede, si è lontani ormai anni luce dal rifiuto dell'introspezione e del mondo psichico, si comincia a parlare addirittura di inconscio e a rivalutare sempre di più l'importanza della propria storia personale, a differenza della passata restrizione del campo di interessi. Questo è un esempio di come i vari orientamenti terapeutici, seguendo ognuno il proprio percorso, sembrino procedere nella direzione di una futura possibile integrazione, e di come anche il linguaggio utilizzato li renda meno lontani.
Il clima che si respira in generale nel mondo della psicoterapia, frutto di maggiori conoscenze e consapevolezze, fa sì che a differenza di un passato in cui era facile chiudersi ed irrigidirsi nel proprio orientamento, difendendolo magari ad oltranza nei confronti degli altri, questa contrapposizione da parte almeno dei terapeuti più seri e preparati sia ritenuta superata e prevalga un atteggiamento di rispettosa curiosità e di collaborazione reciproca, quando naturalmente questa risulta possibile ed opportuna. Vero è che esistono ancora psicoterapeuti che attraverso i loro scritti o le loro apparizioni nei media, definiscono il loro orientamento e le loro pratiche terapeutiche come le migliori se non le uniche consigliabili o come le più moderne, scientifiche ed efficaci; nelle forme più deteriori tristemente visibili soprattutto sul web, promettono miglioramenti e guarigioni in poche sedute o come, attraverso l'applicazione della loro metodologia terapeutica, si ottengano radicali cambiamenti psichici e comportamentali fino alla completa eliminazione dei sintomi; e questo riferendosi praticamente alla totalità dei disturbi per cui i pazienti si rivolgono agli psicoterapeuti.
Sono da considerarsi casi imbarazzanti.
L'evoluzione delle conoscenze in psicoterapia ha fatto sì che sempre meno si cerchi di adattare il paziente alle proprie teorie e modalità terapeutiche e sempre di più ci si sforzi di adattare l'intervento alle caratteristiche del paziente, affinché questo risulti il più efficace possibile. Questo può significare anche l'aprirsi flessibilmente, quando ritenuto opportuno, alla possibilità di integrare le proprie modalità e tecniche terapeutiche con quelle provenienti da altri orientamenti, nell'interesse del paziente o anche essere disponibili alla collaborazione con altri colleghi. Su questo filone si collocano probabilmente le nuove sfide e le evoluzioni operativamente più stimolanti della psicoterapia cognitivo-comportamentale, che potranno far sì che essa venga rivalutata anche da coloro che finora ne hanno visto più i limiti che i pregi; evoluzioni che saranno sicuramente favorite dal fatto che, sulla base delle evidenze terapeutiche e scientifiche, posizioni conservatrici e auto referenzianti all'interno della psicoterapia cognitivo-comportamentale, vengano progressivamente sostituite da posizioni più sensibili e aperte.
In questo senso, di progressivo rispetto, confronto e collaborazione, vanno visti alcuni sviluppi attuali della psicoterapia cognitivo comportamentale, in cui, allo scopo evidente di renderla più incisiva, efficace e duratura nei risultati e nel tentativo di superare alcune delle critiche che giustamente le sono state mosse, si mira ad integrarla ad es. oltre che con il training autogeno, con l'ipnosi, l'emdr, o con procedure di analisi dei significati psichici interni e della storia personale, che pur rimanendo in qualche modo all'interno della specificità della terapia cognitivo comportamentale, l'avvicinano per certi aspetti alla psicoterapia psicoanalitica. Prendendo le mosse ad es. dal Disturbo di panico, un disturbo che può essere visto e trattato da svariate angolazioni, è da ritenersi più che sensato che ad un primo approccio che miri a controllare e modificare i sintomi, facciano seguito una esplorazione e comprensione del mondo interno e relazionale del paziente, e , attraverso lo sviluppo di nuove consapevolezze e delle capacità riflessive e introspettive, impedire che dalla stessa sorgente patogena che ha dato origine ai sintomi del disturbo, continuino ad essere prodotti o derivino altri importanti effetti deleteri per la vita del paziente, oltre che l'eventuale riproporsi dei sintomi stessi. Aggiungiamo infine, che è in questo fare psicoterapeutico improntato al rispetto, al confronto e aperto all'integrazione, che si riconoscono gli autori di questo articolo e di questo ringraziano i maestri, i colleghi e, non ultimi, i pazienti.
Dr. Antonio Grande: Opera a Bologna dal 1980. Laureato in Psicologia (Univ. Padova) ed in Pedagogia (Univ. Bologna), ha seguito una prima formazione post-universitaria in Riabilitazione e Psicoterapia del Linguaggio e poi, sviluppando e approfondendo i propri interessi, Specializzazioni e Formazioni, al minimo quadriennali, in Psicoterapie Dinamiche Brevi, in Psicoterapia Ipnotica, in Psicoterapia Psicoanalitica e in Consulenza Sessuale e Sessuologia Clinica. Già direttore del Centro di Psicologia Applicata, è attualmente direttore del Centro Studi di Psicoterapia "Arca" e direttore scientifico della Rivista di Psicologia Psicoterapia e Sessuologia "ARCA ".
Dr.ssa Gabriella Ranalli: Dopo la laurea in Psicologia Clinica ha conseguito la specializzazione in Psicoterapia Psicoanalitica presso la Società Italiana di Psicoterapia Psicoanalitica. Negli anni successivi si è formata in Psicodiagnostica Clinica presso il CEIPA - Istituto di formazione e ricerca scientifica, Roma. Ha seguito poi un Master in Sessuologia Clinica presso il Centro Italiano di Sessuologia e un altro Master in Ipnosi Ericksoniana presso la Società Italiana di Ipnosi. Ha svolto poi il Training (I e II livello) del metodo terapeutico EMDR presso l’Associazione EMDR Italia.
Psicologi Psicoterapeuti c/o Centro Arca Bologna
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Per approfondimenti clinici è possibile contattare direttamente il Dr. Antonio Grande inviando una mail all'indirizzo a.grande@psicoterapiarca.it
Su richiesta i Terapeuti saranno disponibili anche online
(Skype, WhatsApp Video e FaceTime)
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In questo articolo abbiamo parlato di: esperienza del terapeuta ed efficacia dei trattamenti, teoria integrata della psicoterapia, psicoterapia cognitivo comportamentale, integrazione in psicoterapia, adattare l'intervento alle caratteristiche del paziente, disturbo di panico |