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Terapia di coppia: il tradimento
Cause, psicologia e terapia del tradimento nella coppia
Dr. Antonio Grande e Dr.ssa Gabriella Ranalli - Psicologi Psicoterapeuti Bologna
Non sono trascorsi molti anni, una quarantina per la precisione, da quando in Italia l'adulterio era punito dalla legge e neanche una trentina da quando costituiva ancora una valida attenuante nel cosiddetto “delitto d'onore “. Dopo pochi decenni la stessa parola adulterio ha tutta l'aria di essere diventato un termine demodè, che suscita associazioni bibliche o richiama alla mente le tremende punizioni della sharia islamica.
Capita abbastanza spesso ormai di leggere o scrivere sullo sdoganamento del tradimento nelle società occidentali o in quelle che ad esse si ispirano, ed è altrettanto vero che in una città come Bologna, dall'aria tutto sommato mediamente provinciale, è sufficiente ad una coppia pagare il prezzo della consumazione per accedere ad uno di quei locali che permettono “l'ebbrezza” potenziale o reale dello scambio o dell'allargamento di coppia; per non parlare poi dell'informatica e delle possibilità di relazioni on line o reali che sta offrendo alle persone, inimmaginabili fino a qualche anno fa.
Tuttavia l'impressione di chi come noi lavora con la sofferenza e con il cuore delle persone è che la sdrammatizzazione, che può arrivare alla liberalizzazione di certi comportamenti, riguardi soprattutto la dimensione sociale del fenomeno. Sicuramente in una società in cui la soddisfazione della sfera dei propri bisogni e desideri individuali ha assunto una nuova dignità, il minor controllo e l'attenuarsi o il venir meno della condanna sociale possono facilitare certi comportamenti ed esperienze, e possono spingersi fino a modificare il vissuto del proprio agito, ad es. attenuandone il senso di colpa, ma non arrivano certamente ad incidere profondamente nella struttura intima della relazione di coppia. In un suo lavoro Pasini riferisce di una ragazza che, ad una certa distanza temporale dal verificarsi dei fatti, racconta di come un'avventura, avuta qualche giorno prima di sposarsi con un massaggiatore, che l'aveva stuzzicata e incuriosita con le sue “arti”, e conclusasi in un unico incontro, le avesse fatto conoscere un sesso selvaggio e liberatorio, conoscenza che aveva poi avuto una ricaduta positiva sul suo matrimonio.
Sicuramente una società in cui un uomo può maneggiare il corpo nudo o praticamente nudo di una donna per motivi rilassanti o estetici può aiutare a produrre certi comportamenti (in questo caso il tradimento) e a far sì che se ne risenta magari meno in termini di sensi di colpa; difficilmente però aiuterebbe ad es. l'inconsapevole beneficiato, cioè il marito, a sviluppare sentimenti di riconoscenza verso il proprio “benefattore”.
E' di non molto tempo fa la notizia di un ragazzo del nord-Italia che, a calci e a pugni, ha ridotto in fin di vita un coetaneo, colpevole di aver inviato sms galanti alla sua ragazzina. Non è di poco conto ai fini della nostra argomentazione, il fatto che alla scena del ragazzo impegnato a difendere il suo “territorio”, assistesse un gruppetto di amici, amici che sono intervenuti solo alla fine della “punizione”, di cui evidentemente condividevano motivazioni, modi ed entità.
Passando ad una situazione molto più tenera e acquerellata, ma ugualmente intensa, frutto della nostra osservazione diretta, Paola, diciannovenne profondamente innamorata del suo ragazzo da cui è pienamente corrisposta, non riuscirà a perdonargli di essere uscito un pomeriggio, anche se per qualche verso casualmente, con una ragazza che gli fa un po' il filo. E' lui stesso a raccontarglielo candidamente, non dando peso alla cosa. Paola finirà per lasciarlo, aspettando scuse e rassicurazioni che non arrivano, probabilmente perché Giulio, figlio di genitori separati e cresciuto in affido materno, non può sopportare ancora le limitazioni alla sua autonomia dovute a un legame e che soprattutto queste provengano da una donna. Rimangono buoni amici.
Paola passerà poco convinta per un paio di ragazzi e alla fine tornerà a bussare alla porta di Giulio, che però non le sarà aperta. La sofferenza lo ha segnato e il tempo lo ha cambiato.
E' già passato più di un anno e mezzo e Paola, pur essendo una bella ragazza, simpatica e con tante amicizie, non ha ancora trovato qualcuno che la convinca a riprovare...
In contrasto con quanto riportato prima sul cosiddetto “sdoganamento“ del tradimento, l'impressione potrebbe alla fine essere invece quella che in una società individualista come la nostra, sempre più tendente al figlio unico e fondata su un modello di famiglia mononucleare in cui entrambi i membri della coppia genitoriale lavorano, l'impatto del tradimento possa essere ancora più disgregante di prima, precipitando fragilità di vario tipo, individuali e di coppia, sottese al legame.
La diffusione nel nostro mondo dei disturbi da dipendenze (droghe, alcool, ecc.) il dilagare dei disturbi legati all'ansia, al panico e alla depressione, la fragilità delle unioni e lo scivolare in avanti dell'età delle neo-mamme, solo per citare alcuni aspetti, ce la dicono lunga sulle difficoltà che si incontrano nella maturazione individuale, anche se queste difficoltà non sono certo le uniche cause dei fenomeni ricordati.
La psicologia evolutiva a sua volta è lì ad insegnarci, cosa che l'esperienza con i pazienti ci conferma ogni giorno, come la nostra maturazione passi attraverso il progressivo padroneggiare angosce profonde legate in buona parte alla separazione fisica e psichica dalle figure genitoriali, alla perdita dell'amore e, non ultimo, alla gelosia, al possesso e alla rivalità.
Tutte aree, a vari livelli, coinvolte o potenzialmente chiamate in causa dal tradimento.
CAUSE E PSICOLOGIA DEL TRADIMENTO
Le situazioni che possono condurre o sfociare nel tradimento sono numerose e variamente sfaccettate. Stilarne quindi degli elenchi, come qualcuno ha tentato di fare, risulterebbe fuorviante e riduttivo, oltre che probabilmente noioso. Può risultare invece più utile e interessante cogliere qualche profilo di queste situazioni, con la consapevolezza che potremo illuminare solo alcuni aspetti, anche se salienti, di problemi e vissuti personali che nella realtà viva sono molto più complessi e articolati, oltre che spesso intersecantisi fra di loro.
Situazioni che alterano l'equilibrio relazionale di uno dei due membri della coppia
In questa categoria possono rientrare situazioni di allontanamento fra i membri della coppia, il mettersi a lavorare di una donna che prima non lavorava o il suo cambiare di livello e mansioni, la nascita di un figlio, ecc.
Cominciando dalle situazioni più semplici basta talvolta un semplice allontanamento dal coniuge, dovuto ad es. ad un periodo di vacanza, in un momento in cui si è più fragili del solito, per precipitare una condizione psicologica che porta al tradimento.
Questo è il caso di Giovanni (i nomi dei personaggi delle nostre storie cliniche sono naturalmente fittizi e le situazioni riportate in modo tale da eliminare completamente o alterare dati che possano renderli riconoscibili). La moglie, una donna dolce, affettuosa e innamorata con tratti di dipendenza infantile, gli comunica che, considerando l'estate torrida che si preannuncia, avrebbe deciso di anticipare le vacanze di un mese, un mese e mezzo. Lei in quel periodo si trovava in aspettativa e non lavorava: cosa si faceva con due bambini piccoli in una città in cui il caldo, l'umido e lo smog rendevano la vita difficile? Sarebbe andata in una casa che avevano in un luogo di villeggiatura e Giovanni avrebbe potuto raggiungere la famiglia il fine settimana e poi in agosto, quando avrebbe preso le ferie dall'ufficio. A settembre sarebbero poi tornati tutti assieme a casa. Giovanni avverte una lieve increspatura del suo stato d'animo, una stretta da qualche parte a cui non dà importanza. Le argomentazioni della moglie sono comprensibili e sicuramente lui non si sognerebbe di condannare la sua famiglia a soffrire, quando può invece farla star bene. Gli rimane il dubbio che forse anche in città si potrebbe trovar modo di star bene e che due mesi e mezzo o più di vacanza sono forse troppi, ma non ne fa cenno con la moglie. Giovanni e Paola sono una coppia tendenzialmente fusionale, in cui i confini e le autonomie reciproche sono incerte, e l'espressione dei propri bisogni difficile, in quanto questi ultimi sono avvertiti , soprattutto da Giovanni, come pericolose debolezze. Si appoggiano un po' troppo l'uno all'altro, anche se questo li fa sentire un po' speciali; solo che Paola in questo frangente estivo, anche se non lo sa, conta sull'apporto dato alla sua sicurezza emotiva dalla presenza dei figli, il marito rimane invece, per così dire più scoperto. Dopo qualche giorno, senza connettere lontanamente i due eventi, Giovanni si accorge di sentirsi sessualmente stimolato da una sua collega d'ufficio più giovane, con cui lavora assieme già da anni. In passato a più riprese questa ragazza gli aveva lanciato dei segnali, Giovanni ne era stato stuzzicato a livello di fantasia, ma non ne era molto attratto né aveva ritenuto poi opportuno imbarcarsi in una storia di quel tipo sul luogo di lavoro, con la possibilità poi che, trattandosi di una collega che conosceva anche la moglie, la cosa in qualche modo venisse fuori e mettesse a rischio il suo matrimonio. Però adesso si sente trasportato da una forza istintiva e spensierata a immaginare un contatto sessuale con questa ragazza, che a sua volta, avvertendo spirare una nuova aria, dà segni di accoglienza. Giovanni comincia a pensare seriamente di imbastire una storia sessuale con questa collega e si trova ad aspettare con impazienza la partenza della moglie. Il terapeuta, cui poco tempo prima Giovanni si era rivolto causa qualche problema d'ansia connesso a prestazioni che gli venivano richieste in seguito ad un avanzamento di carriera, vede dipanarsi sotto i suoi occhi la vicenda, ma non può intervenire. E' chiaro che, a livello del tutto inconsapevole, Giovanni sta cercando di combattere l'abbassamento di umore, il vuoto e la rabbia procuratigli dalla preannunciata partenza della moglie, barattando il tutto con un improbabile, quanto genuinamente sentito, impulso sessuale nei confronti di un improbabile ragazza, il cui unico merito è quello di essergli vicina e disponibile. Il desiderio di avere un contatto materno e rassicurante che lo proteggesse dal vissuto depressivo e dall'angoscia veniva riciclato dalla mente adulta di Giovanni come desiderio di un contatto sessuale, la cui urgenza e la non consecutività con i comportamenti e vissuti precedenti ne rivelava però la profonda natura difensiva. La terapia è iniziata però da non molto tempo e un'interpretazione di queste dinamiche interne da parte del terapeuta sarebbe stata con ogni probabilità vissuta da Giovanni come poco empatica e poco comprensibile, se non addirittura giudicante e minacciosa.
Il terapeuta, pur nutrendo qualche timore per Giovanni, aspetta tempi più maturi e sceglie quindi il silenzio, limitandosi a confrontarlo con la particolarità del fatto che una ragazza insignificante per anni gli susciti all'improvviso un'eccitazione tale da programmare di passare alle vie di fatto, cosa che prima si era ben guardato dal fare e come stranamente questo sia successo subito dopo l'annuncio della partenza anticipata da parte della moglie.
La situazione successivamente evolve però in modo inaspettato. Giovanni incontra per strada una donna con cui aveva avuto una intensa storia d'amore da ragazzo. Si erano dovuti poi lasciare perché lei aveva seguito i genitori nello spostamento in un'altra città e anche se quest'ultima non era molto lontana, si erano pian piano persi di vista. A differenza della collega, questa donna aveva esercitato sempre un grande fascino su Giovanni e, pur non avendola rivista per tanti anni, si sente turbato. Adesso lei è reduce da una separazione e, per motivi di lavoro, si fermerà in città per qualche settimana Da come lo guarda e da come gli parla Giovanni capisce di non esserle indifferente. Si scambiano i numeri di telefono, si ripromettono di rivedersi. E così avviene.
Partita la moglie e dimenticata la collega, Giovanni si butta a capofitto in questa storia, che durerà un paio di settimane perché poi la signora dovrà rientrare in sede: ci sono incontri intensi durante i quali dimentica la normale prudenza, si fa venire a prendere all'entrata della struttura in cui lavora, incurante dei numerosi colleghi che lo conoscono, gira per strade e frequenta ristoranti in cui può incontrare conoscenti. Oltre a un po' di masochismo e alla vendetta inconscia nei confronti della moglie, sono in azione un meccanismo di negazione di quello che sta succedendo, la cui coscienza altrimenti lo bloccherebbe, e una spinta narcisistica: farsi vedere con una bella donna. Non è un concetto del tutto facile da rendere, ma questo era un modo per tenere lontano il vissuto interno di essere una povera cosa, manchevole e bisognoso lontano dalla moglie. Ogni tanto ha qualche sprazzo di consapevolezza: “ma cosa sto facendo?” si chiede, convivendo per qualche momento con questa perplessità dolorosa. Andando a trovare la famiglia nei fine settimana, piange in macchina per la malinconia e per la commozione o canta. Sogna una grande storia d'amore con questa donna ritrovata, riferisce al terapeuta pensieri che gli sembrano strani: di esibire una sua fantasticata ricchezza a questa donna, di essere intorno a un tavolo con la moglie e famiglie di amici e ad un tratto questa donna, sentita bellissima da tutti gli astanti, si avvicina facendo capire che ha una certa ammirazione per lui; che questa donna poi sia famosa e lui sia il suo compagno, ecc. Pensa però anche a come cambierebbe la sua vita da separato, la gente che lo vedrebbe e lo saluterebbe in un altro modo, la perdita delle amicizie comuni, il distacco dall'intimità della vita quotidiana con i figli. Quando è con la sua famiglia si sente poi un po' come se venisse fuori da un turbine, un po' dissociato, come se guardasse tutto attraverso un vetro. Sente l'amore dei suoi figli e di sua moglie e pensa che non si merita quello che lui sta facendo o pensando. Arriva il momento in cui l'amica deve partire. Gli comunica che sta pensando di tornare a vivere nella città di lui. Gli starà accanto, ma senza chiedergli nulla, disponibile a vederlo sempre quando lui vorrà. Si sentono ogni sera, ma un po' alla volta Giovanni comincia a sentirsi un po' obbligato, fa fatica a dormire e sente una tensione progressiva, come una corrente elettrica che gli scorre per il corpo. Fino a quando sente che non ce la fa più e, d'impeto, chiude definitivamente la storia. Quando ad agosto raggiungerà la sua famiglia, è una porta che ha chiuso a quanto pare senza rimpianti e, se fosse possibile dirlo, per sempre. Il terapeuta l'aiuterà a capire quello che è successo.
Quando anni dopo aver finito il trattamento, tornerà a trovarlo per chiedere consiglio per un figlio, gli confiderà che l'essere giunto così vicino a disgregare, almeno nell'immaginazione e nella fantasia, la sua famiglia, lo ha come vaccinato da questi comportamenti. Negli anni è stato fatto oggetto di alcuni approcci da parte di donne, alcuni anche pesanti, ma non ha avuto un tentennamento, neanche quando si trovava da solo, lontano per qualche motivo dalla famiglia. Ha rivisto un paio di volte il suo amore della giovinezza, che ogni tanto ricordando i trascorsi, nei momenti di crisi affettiva ritornava alla carica, ma accettando di vederla solo di mattina o di pomeriggio, per un tempo limitato e in luoghi pubblici.
Nella storia di Giovanni, vediamo alcuni tratti importanti presenti in numerose storie di tradimento: il disconoscimento dei propri vissuti penosi suscitati da comportamenti del compagno/a, la difficoltà di chiedere aiuto ed esprimere i propri bisogni, il disconoscimento dell'aspetto depressivo che invece di essere vissuto viene tramutato in una, per così dire, spensierata impellenza sessuale o in innamoramento coinvolgente, gli aspetti masochistici e quelli vendicativi nei confronti del coniuge (pensiamo a quanti lasciano cellulari accesi e sonori, quando dovrebbero essere spenti o silenziosi, messaggi o mail compromettenti facilmente consultabili e non cancellati, per non parlare dei preservativi usati o non usati nella macchina di famiglia, e così via); e per finire gli aspetti narcisistici, cioè quegli aspetti legati alla conservazione della propria autostima, che hanno il compito di preservare dal vissuto penoso dei propri limiti e dei propri bisogni attraverso ad es. fantasie di successo o di ammirazione, fascino e potere sugli altri. Aspetti questi che portano il soggetto, proprio come farebbe il possesso di una bella macchina o di un bel vestito, a difendersi da sentimenti e timori di inadeguatezza attraverso comportamenti che illusoriamente lo fanno sentire “bello e importante”. Visto in quest'ottica il tradimento può essere utilizzato come una sorta di soluzione narcisistica per negare sentimenti di inferiorità, vulnerabilità e fragilità ridestati dalla situazione che in quel momento il soggetto vive nella coppia e non solo, e questo ci aiuta a capire come le personalità che presentano tratti narcisistici più o meno rilevanti, siano poi quelle più propense al tradimento.
Dr. Antonio Grande: Opera a Bologna dal 1980. Laureato in Psicologia (Univ. Padova) ed in Pedagogia (Univ. Bologna), ha seguito una prima formazione post-universitaria in Riabilitazione e Psicoterapia del Linguaggio e poi, sviluppando e approfondendo i propri interessi, Specializzazioni e Formazioni, al minimo quadriennali, in Psicoterapie Dinamiche Brevi, in Psicoterapia Ipnotica, in Psicoterapia Psicoanalitica e in Consulenza Sessuale e Sessuologia Clinica. Già direttore del Centro di Psicologia Applicata, è attualmente direttore del Centro Studi di Psicoterapia "Arca" e direttore scientifico della Rivista di Psicologia Psicoterapia e Sessuologia "ARCA ".
Dr.ssa Gabriella Ranalli: Dopo la laurea in Psicologia Clinica ha conseguito la specializzazione in Psicoterapia Psicoanalitica presso la Società Italiana di Psicoterapia Psicoanalitica. Negli anni successivi si è formata in Psicodiagnostica Clinica presso il CEIPA - Istituto di formazione e ricerca scientifica, Roma. Ha seguito poi un Master in Sessuologia Clinica presso il Centro Italiano di Sessuologia e un altro Master in Ipnosi Ericksoniana presso la Società Italiana di Ipnosi. Ha svolto poi il Training (I e II livello) del metodo terapeutico EMDR presso l’Associazione EMDR Italia.
Psicologi Psicoterapeuti c/o Centro Arca Bologna
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