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ARTETERAPIA E BENESSERE
Pensare con le mani
Dr.ssa Marzia Menzani - Psicologo Arte-Terapeuta Bologna
“Spesso accade che le mani sappiano svelare un segreto
intorno a cui l’intelletto si affanna inutilmente”
(C.G. Jung)
- Che cos e' l’Arte Terapia? |
L’ArteTerapia nasce nei Paesi Anglosassoni negli Anni Quaranta come metodo in cui l’utilizzo dei materiali pittorici e scultorei e' finalizzato all’esplorazione di se', delle proprie problematiche e delle proprie risorse emotive e relazionali.
L’ArteTerapia si fonda sulla centralita' della dimensione comunicativa nel processo artistico, sulla potenzialita' dell’arte di farci accedere a dimensioni dell’esperienza difficilmente contattabili con le sole parole, di dare loro forma e colore e di tradurle in un codice condivisibile.
Fin dai tempi antichi l’arte visiva ha risposto ai bisogni dell’essere umano di esprimersi, di comunicare e di dare forma alle proprie emozioni.
L’ArteTerapia nasce dal riconoscimento che la creativita' non e' una “dote” che appartiene solo a quelle poche persone che chiamiamo “gli artisti”, bensì è una dimensione psicologica che esiste a livello potenziale in ogni essere umano.
Attraverso specifiche modalita' di utilizzo dei materiali pittorici e scultorei, l’ArteTerapia mira a sviluppare il potenziale creativo che e' in ciascuno di noi e che costituisce una risorsa per la gestione del mondo degli affetti e delle emozioni.
Essere creativi e' infatti imparare ad utilizzare le proprie emozioni come risorse per entrare in relazione sia con se stessi che con il mondo esterno; e' imparare a vedere le cose da diversi punti di vista, esplorare strade prima non considerate, sviluppare fiducia nelle proprie potenzialita' di potere incidere sull’ambiente e di effettuare scelte.
Al fine di realizzare al meglio queste finalita' i laboratori di ArteTerapia si ispirano ad alcuni principi base che nell’insieme possono essere concettualizzati sia come strumenti che come obiettivi del lavoro stesso:
1) L’AMBIENTE ACCOGLIENTE
Il primo principio e' che ciascuno di noi e' in grado di creare se e' messo nelle condizioni idonee per farlo.
E’ infatti dimostrato che le qualità del luogo-ambiente in cui si crea incidono significativamente sulla possibilità o meno di sviluppare il proprio nucleo creativo.
Per questo l’ArteTerapeuta pone molta cura nella creazione di un luogo-ambiente appropriato, che possa essere vissuto come accogliente sia dal punto di vista fisico che relazionale.
Gaia, che ha partecipato ai Laboratori diversi anni fa, cosi' esprime il ricordo piu' intenso che ha conservato di questi:
Gaia, 30 anni, Ricercatrice, Laurea in chimica, Laboratori 2001:
<<Se ripenso ai Laboratori, rivedo come se fosse ora la stanza dei laboratori. Una stanza accogliente, con cuscini disposti a cerchio e con al centro materiali artistici di diverso tipo: c’erano quelli più classici – le tempere in piattini, le spugne, i gessetti colorati, i pastelli a olio, carte colorate… - e quelli meno classici, che se vogliamo sono anche i piu' banali, che abbiamo tutti i giorni ma che non siamo abituati ad usare in modo artistico: scatole, bottoni, fili e spaghi, rami e foglie autunnali, pigne, riviste per collage…
In quella stanza ho fatto esperienza di essere con un gruppo di persone che si trovavano li', lo stesso giorno, alla stessa ora, per creare, ognuna sul proprio foglio, ognuna con un proprio spazio, ma all’interno di quello stesso ambiente che sembrava una stanza per l’alchimia…>>.
Nei Laboratori creativi di ArteTerapia, dunque, l’ambiente accogliente creato dai materiali artistici, dall’ArteTerapeuta e dai partecipanti stessi favorisce la ricerca e l’espressione del proprio nucleo creativo.
2) LASCIARSI GUIDARE DAI MATERIALI
Il secondo principio di base riguarda il come utilizzare i materiali a disposizione per creare immagini significative dei propri vissuti.
Secondo questo principio, le immagini nascono nel momento in cui si impara a lasciarsi guidare dai materiali artistici.
Irene, 42 anni, Insegnante, Diploma magistrale, Laboratori 2002:
<<Avevo davanti a me un foglio bianco, uno spazio vuoto, un compito immane se ci penso. Un foglio bianco sono mille possibilita'… metterci questo, metterci quello, cosa metterci… Quando mi sono lasciata guidare dai materiali artistici, cosa fare di quello spazio bianco mi e' venuto naturale.
Farlo e' stato molto più naturale che pensarlo e dopo averlo fatto ho potuto anche pensare a quello che significava per me>>.
Stefania, 23 anni, Studentessa, Facolta' di filosofia, Laboratori 2003:
<<Quando ho iniziato a lasciarmi guidare dai materiali artistici, ho imparato ad avere fiducia nelle mie capacita' di esprimermi e mi sono scoperta creativa>>.
Imparare a lasciarsi guidare dai materiali artistici, imparare a “pensare con le mani”, a sentire lo spazio del supporto come spazio potenziale in grado di accogliere cio' che ciascuno ha bisogno di metterci introduce in una dimensione dell’esperienza che e' il regno della creativita'.
Sonia, 52 anni, Parrucchiera, Diploma di scuola media, Laboratori 2003:
<< Sono stata attratta da una vecchia bottiglia di plastica vuota. Mi sono chiesta che cosa ci facesse in mezzo ai materiali e che cosa mai uno avrebbe potuto farci con una bottiglia di plastica. Siccome l’invito era quello di provare per una volta a “pensare con le mani” ho preso questa bottiglia e ho iniziato a fare quello che mi veniva di fare: attorcigliarla, schiacciarla, deformarla…. Cosi' non avevo piu' in mano l’oggetto di prima, lo stavo trasformando: ora avevo in mano una strana forma, che mi ha fatto venire in mente una barca. Ho preso le carte veline colorate e bagnandole in acqua e colla ho iniziato ad attaccarle su quella strana forma e a dare colore e consistenza alla mia barca. Una barca metafora dell’inizio del mio viaggio-percorso nei Laboratori…>>.
Nel regno della creativita' ciascuno puo' trovare i propri colori, le proprie forme espressive e scoprire di avere un proprio stile artistico estremamente personale e unico.
Giovanni, 35 anni, Dirigente aziendale, Master post-universitario, Laboratori 2002:
<<Lasciandomi guidare dai materiali sulla base di come mi sentivo, ho scoperto di avere un mio stile espressivo estremamente personale, che ho potuto continuare a usare anche dopo i laboratori>>.
3) RITROVARE UNO SPAZIO TUTTO PER SE'
E' proprio l’essere in un gruppo che si incontra appositamente per mettere a frutto la propria creativita', che aiuta ciascuno a ritrovare il proprio spazio personale.
Elena, 30 anni, Casalinga, Diploma di liceo classico, Laboratori 2000:
<<Quando faccio una cosa penso a mille altre cose. Preparo il caffe' la mattina pensando che dovro' fare questo e quello eccetera. Invece nei laboratori ho avuto l’esperienza di pensare a quello che stavo facendo mentre lo facevo. Ero li', non ero con la testa da un’altra parte. Quello era uno spazio mio, in cui potere sentirmi e in cui potere sentire che avevo delle potenzialita'>>.
Catia, 58 anni, Fisioterapista, Diploma ISEF, Laboratori 2003:
<<Quando mi sono iscritta ai Laboratori, pensavo che avrei dipinto cosi' come faccio tante altre cose nella mia vita, senza rifletterci piu' di tanto su. E invece mentre ero li' col pastello in mano e l’arteterapeuta ci diceva di stare a contatto con cio' che sentivamo mentre usavamo quel materiale… be', non si correva mica piu' via. Allora ho iniziato a sentirmi mentre disegnavo, a recuperare uno spazio mio, uno spazio in cui fermarmi per sentire cosa mi stava succedendo dentro. Uno spazio in cui essere presente a me stessa mentre faccio le cose…>>.
4) CONDIVIDERE CON ALTRI LA PROPRIA ESPERIENZA
Le immagini sono sempre estremamente personali e uniche eppure, al tempo stesso, condivisibili, in virtu' del codice espressivo utilizzato.
Ed e' proprio la caratteristica dell’arte di fungere da ponte di comunicazione sia con se stessi che con gli altri ad avere un ruolo primario nei Laboratori di ArteTerapia.
Alberto, 28 anni, Elettricista, Diploma di Accademia delle Belle Arti, Laboratori 2001:
<<La cosa che piu' mi ha interessato e' stata la possibilita' di incontrarmi con persone molto diverse da me per esperienze di vita, esperienze lavorative, eta' e di scoprire che avevamo tante cose da comunicarci e che anch’io potevo comunicare tante cose a loro, con le mie immagini>>.
Sandro, 42 anni, Commercialista, Laurea in Economia e Commercio, Laboratori 2002:
<<Quello che piu' mi e' piaciuto di questo percorso e' stato il fare qualcosa di individuale sentendo al tempo stesso fortemente il fatto di essere in un gruppo, coinvolto nella medesima mia esperienza. Trovare il mio spazio individuale proprio grazie allo spazio comune del gruppo>>.
La comunicazione per immagini si affianca sempre, nei Laboratori, alla comunicazione verbale su quanto creato: il “dare voce” all’immagine consente infatti di “dare voce” a vissuti che senza l’ausilio dei materiali difficilmente avrebbero trovato modo di essere espressi a parole.
Maria, 26 anni, Educatrice, Diploma professionale, Laboratori 2000:
<<E’ incredibile come con i materiali artistici si possano dire tante cose che con le parole si fa fatica a dire e come poi parlando sull’immagine creata quello che prima non si riusciva a dire dopo uno riesca di dirlo…Ed e' stato bello scoprire che quello che dicevo con le immagini e con le parole poteva essere capito dagli altri e che quello che sentivo non era poi così strano: eravamo un po’ tutti sulla stessa barca…>>.
Il creare all’interno di un piccolo gruppo permette non solo di sentirsi “un po’ tutti sulla stessa barca”, ma anche di comprendere come la creativita' sia una dimensione estremamente personale e come lo stesso colore possa avere significati assai diversi per persone diverse.
Barbara, 37 anni, Medico, Laurea in medicina e chirurgia, Laboratori 2003:
<<Il primo incontro ero in panico perche' non conoscevo nessuno e avevo paura che non sarei stata accettata nel gruppo. Poi subito il primo lavoro artistico che abbiamo fatto ci ha permesso di conoscerci e ha rotto subito il ghiaccio. Ci e' stato chiesto di presentarci attraverso un piccolo foglio in cui scrivere il nostro nome accompagnandolo dal nostro colore preferito o da un segno che parlasse in qualche modo di noi. Io ho scelto l’azzurro perche' per me e' il colore del mare, della tranquillità. E c’e' stata anche un’altra persona che ha scelto l’azzurro, che lei pero' associava alle lacrime. E mi ha colpito come lo stesso colore potesse avere significati diversi per persone diverse! Poi c’e' stato chi ha scelto l’arancione, chi altri colori, chi ha fatto un simbolo. E attraverso questo primo piccolo lavoro ci siamo dette cose di noi che non pensavo sarebbe stato cosi' facile e spontaneo dire. E’ stato un iniziare a raccontarsi anche con le parole attraverso le immagini…>>.
Ed e' proprio dal riconoscimento dell’unicita' di ciascuna immagine, che nasce la possibilita' del dialogo e dello scambio.
5) IMPARARE A VEDERE LE COSE DA DIVERSI PUNTI DI VISTA
L’arte aiuta a vedere le cose da diversi punti di vista e vedere le cose da diversi punti di vista può aiutare ad usare anche le situazioni critiche e problematiche come risorse.
Carla, 40 anni, Impiegata, Diploma di ragioneria, Laboratori 2003:
<<C’e' stato un momento particolarmente difficile all’interno del laboratorio. Ci era stato chiesto di creare un’immagine sullo stato d’animo che provavamo in quel momento, scegliendo i materiali che desideravamo. Io ho scelto le carte veline e le carte crespe, perche' mi sentivo molto colorata dentro. Ma mentre attaccavo le carte al foglio ho iniziato a percepire un grande senso di caos e mi e' salita l’ansia. Mi sembrava il caos che stavo vivendo nella mia vita e non mi andava che anche quella sera venisse fuori. Poi l’arteterapeuta mi ha invitato a distanziarmi un momento dall’immagine che stavo creando e a guardarla come se fosse quella di un’altra persona. Li' per li' mi e' sembrata una richiesta assurda, poi ho provato a farla, a distanziarla da me, a girare l’immagine da diverse parti… e li' ho fatto una scoperta bellissima: non c’era solo del caos! Ho visto che la piega presa da una carta velina in un certo punto dell’immagine sembrava il tetto violetto di una casa, uno di quei tetti tipo da fiaba… E più in la' c’era un altro tetto, questa volta verde, di carta crespa… Insomma, proprio quello che in questa fase cosi'caotica della mia vita desidero: un tetto solido, una casa solida, una relazione solida. Ho preso altre carte veline e ho iniziato a trasformare l’immagine basandomi su quello che gia' c’era: ho delimitato col pastello a olio il tetto e altri punti dell’immagine che sono diventati le finestre, la porta, il giardino di questa casa… E la cosa piu' bella che mi e' rimasta dentro da questa esperienza e' stata la possibilita' sentire che dall’ansia posso uscire se imparo a prendermi cura di me e dei miei bisogni…>>.
“Pensare con le mani”, dunque, e' aprire uno spazio di pensiero che nasce dal corpo prima che dalla mente, dal fare prima che dal pensare, dal fare che conduce al sentire e al pensare.
La creazione di immagini unitamente alla possibilità di “dare voce” alle immagini, promuove l’integrazione tra la dimensione sensoriale-corporea dell’esperienza e quella mentale.
L’esperienza in gruppo consente lo sviluppo di risorse non solo espressive ma anche relazionali, in un percorso fatto insieme col corpo e con la mente.
Dr.ssa Marzia Menzani
Psicologo Arte-Terapeuta A.T.I.-A.P.I. Ar.t Bologna
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In questo articolo si è parlato di: Arteterapia, Corpo, Mente, Vissuti emotivi, Competenze relazionali, Creatività. |