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SULLE ORIGINI DELLO PSICODRAMMA CLASSICO
Dr. Massimo Ventura - Psicologo Psicoterapeuta Bologna
- Quali sono le origini dello Psicodramma Classico?
- Come nasce il termine “Psicodramma” e cosa significa propriamente?
Quali sono le origini dello Psicodramma Classico?
Narrano le leggende più o meno autobiografiche che il piccolo Jacob Levi Moreno, futuro ideatore dello Psicodramma, solesse giocare con i suoi amici d'infanzia ad impersonare Dio...
Noi oggi possiamo supporre che tale scelta ludica fosse permeata dalla propria originaria cultura ebraica e sicuramente il suo carattere di "conduttore" già si poteva evincere, ma all'epoca al piccolo Moreno queste "incidenze" di realtà poco importavano, di fronte al piacere di poter dire ai propri "fedeli" cosa dovevano fare...
In pratica, il piccolo Jacob soleva costruire il proprio trono divino collocando una sedia al di sopra di tavoli e tavolini posti uno sopra l'altro - una sorta di mini torre di Babele, giusto per rimanere entro i suoi parametri culturali - fino a permettergli di essere molto vicino al soffitto - simbolico cielo della sua scena psicodrammatica ante litteram - e da lì "tuonare" divinamente ordini ai suoi compagni di gioco che, a quanto pare, ben si adattavano a far da devoti fedeli.
Fatto sta che in una sfortunata occasione tra queste, il piccolo Jacob cadde rovinosamente dal suo scranno divino... Rompendosi una gamba! Cosa che lo portò, stando almeno agli aneddoti noti, a capire immediatamente la differenza tra "fare" Dio ed "essere" Dio.
Ora, chi scrive non sa dire esattamente a quanti anni Moreno ebbe questo sfortunato incidente, ma è a dir poco curioso notare che quella differenza tra "essere" e "fare" divenne poi parte della metodologia psicodrammatica, quella che poi egli avrebbe definito come "interpretazione di ruolo", ma vedremo altrove le definizioni più specificamente tecniche.
Questi primi embrioni infantili della teoria psicodrammatica ricevettero ulteriori contributi dalla sua esperienza teatrale. Moreno, una volta adulto, creò infatti una propria compagnia teatrale che lavorava prevalentemente sull'improvvisazione - si pensa che la stessa Commedia dell'Arte avesse fatto da substrato teorico in questo senso - sulla base di canovacci giust'appena abbozzati, con la collaborazione del pubblico presente e giocando poi tutto l'intreccio della trama più sull'impatto emotivo che i personaggi in scena generavano che non sul testo di partenza.
Come nasce il termine “Psicodramma” e cosa significa propriamente ?
Il caso, già citato nel precedente articolo (vedi Introduzione allo Psicodramma), dell'attrice della compagnia nota a noi oggi come "Barbara" fece da catalizzatore per tutte le diverse esperienze fino a quel momento accumulate dallo studioso e rimaste evidentemente a sedimentare nella sua mente in attesa di esser conglomerate in un tutto dotato di senso.
E quel tutto ebbe finalmente un nome: Psicodramma. Con tutto ciò che ne conseguì, vedi ad esempio l'incontro con Freud ed il rapporto con lui che, pur rimanendo "a distanza", rimase comunque improntato sul rispetto delle reciproche posizioni.
Ora, c'è da fare una piccola precisazione: il nome della tecnica a volte colpisce un po’ negativamente l'attenzione di chi vi si accosti per la prima volta, per via del suffisso "dramma", che riporta subito alla mente scene si teatrali ma di valenza prevalentemente negativa. In realtà l'etimologia del nome è rintracciabile nel greco antico, dove "psyché" rappresenta appunto la psiche, la mente, l'anima o, comunque la si voglia intendere, il mondo interiore del soggetto, e "dracma", nome che fu anche della valuta greca, sta per azione.
Quindi possiamo liberamente tradurre complessivamente il nome "psicodramma" con "azione dell'anima".
E non è un caso che per Moreno appunto l'azione spontanea, più che il pensiero meditato, fosse la via maestra che permetteva il vero disvelamento dell'anima dell'Uomo.
Dr. Massimo Ventura
Psicologo Psicoterapeuta - Bologna
Psicodramma Bologna |
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Parole chiave: Psicodramma, metodologia psicodrammatica, interpretazione di ruolo, impatto emotivo, Moreno, Freud