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Quali patologie organiche possono produrre sintomi simili a quelli dell’attacco di panico?
Dr. Antonio Grande e Dr.ssa Gabriella Ranalli - Psicoterapeuti Psicologi Bologna
Sintomi molto simili a quelli scatenati dall’ansia, possono a volte essere la conseguenza di patologie organiche, generalmente non gravi, riscontrabili in maniera obiettiva da un esame fisico a da dati di laboratorio. Il soggetto che presenta una vulnerabilità all’apprensione e all’ansia, può interpretare questi sintomi come il segnale di qualcosa di molto grave che sta avvenendo nel suo corpo e nella sua mente, arrivando addirittura a pensare di essere sul punto di morire o di impazzire. Questo modo catastrofico e drammatico di interpretare dei sintomi che a volte sono delle risposte fisiologiciche dell’organismo , innesca una reazione ansiosa che può essere a volte così intensa da dare vita ad un attacco di panico. Qui di seguito riportiamo alcune delle patologie che possono dare luogo a sintomi simili a quelli dell’ansia:
PATOLOGIE LEGATE ALL’APPARATO DIGERENTE:
1) SINDROME DEL COLON IRRITABILE: nausea, cefalea, stitichezza e crampi addominali sintomi determinati da un’irritazione del colon e oltre a poter diventare più gravi in condizioni di stress o durante stati d’ansia, possono favorire essi stessi la comparsa di reazioni ansiose. I soggetti con una predisposizione all’ansia e che soffrono di tale disturbo, sono molto attenti a reagire a qualsiasi cambiamento si dovesse verificare nell’attività del loro intestino, con molta apprensione e paura come per esempio la paura di non avere a disposizione un gabinetto se per caso sono fuori casa.
2) REFLUSSO GASTROESOFAGEO: è un disturbo facilmente curabile che può provocare sintomi dolorosi in sede retrosternale associati a bruciore e tosse e che nel soggetto ansioso possono essere interpretati come di origine cardiaca e determinare così una reazione di panico per la paura di morire di infarto. In alcuni casi, il reflusso gastroesofageo può determinare la comparsa di una sintomatologia particolare, chiamata “bolo isterico” che può determinare nel soggetto sensazioni di nodo alla gola che in un soggetto ansioso possono essere visti come il segnale di un pericolo di soffocamento e dare luogo ad un attacco di panico.
3) DISFUNZIONI DELLA MOTILITA’ GASTRICA: un’eccessiva ingestione di cibo o alcool, l’assunzione di determinati farmaci e stati d’ansia (a causa dell’attivazione del sistema simpatico), possono alterare la mobilità gastrica e favorire la comparsa di nausea e vomito e difficoltà a deglutire (bolo isterico). Questi sintomi possono facilmente innescare un attacco di panico soprattutto quando il soggetto che a causa della sua vulnerabilità all’ansia è portato a drammatizzare, viene preso dal timore di morire soffocato o più genericamente di stare male.
4) DIETE DIMAGRANTI E DISTURBI ALIMENTARI. Il rischio che si associa a regimi alimentari molto restrittivi è quello dell’ipoglicemia che può determinare sintomi quali debolezza, giramenti di testa, tachicardia, sensazioni di svenimento e stati di depersonalizzazione e derealizzazione. Nel soggetto ansioso questi sintomi non sono ricondotti in maniera obiettiva alla loro causa e cioè al ridotto apporto calorico, ma come segnali di qualcosa di più grave che sta avvenendo nel loro organismo e che suscita una vera e propria reazione di panico.
5) PORFIRIA: si tratta di un disturbo poco frequente i cui sintomi (tachicardia, sudorazione, ipertensione, dolori addominali, stitichezza, urine scure e crisi epilettiche) però, in soggetti vulnerabili all’ansia, possono associarsi ad attacchi di panico.
PATOLOGIE CHE RIGUARDANO L’APPARATO CARDIOVASCOLARE:
1) ANGINA PECTORIS: il soggetto che soffre di angina può avvertire dolore in sede toracica e avere la sensazione che qualcosa stia stringendo il suo cuore. Le sensazioni dolorose possono interessare, oltre che il torace, anche il braccio sinistro, il collo, la spalla, la mandibola, i denti e la parte alta della schiena. Di rado il dolore può interessare anche la parte interna del braccio destro e i quadranti superiori dell’addome. L’angina pectoris può manifestarsi o durante uno sforzo fisico, o durante la digestione o semplicemente in condizioni di riposo anche durante quello notturno. Proprio per la natura stessa dei sintomi e per la loro localizzazione, il soggetto che li prova, pensando che si tratti dei sintomi dell’infarto, può facilmente andare incontro ad un attacco di panico che normalmente si risolve quando viene chiarita la diagnosi o attraverso una visita medica o con un elettrocardiogramma.
2) DOLORE TORACICO INTERCOSTALE: il dolore toracico può essere determinato da diversi fattori quali disturbi gastrointestinali, reflusso esofageo, ulcera peptica e spasmi dell’esofago. La somiglianza di questi sintomi con quelli propri dell’infarto porta il soggetto ansioso a spaventarsi così tanto da vere un vero e proprio attacco di panico. Inoltre l’ansia stessa, portando il soggetto ad incrementare la respirazione toracica può determinare dolore al torace a causa dell’irrigidimento ed affaticamento dei muscoli toracici.
3) PROLASSO DELLA VALVOLA MITRALICA: si tratta dell’alterazione a carico della valvola posta tra atrio e ventricolo sinistro, la valvola mitralica. Si stima che le forme lievi di quest’alterazione riguardino il 20% della popolazione con prevalenza in quella femminile. Generalmente tali forme non danno sintomi; episodicamente tuttavia, in un soggetto in buono stato di salute, possono aversi momenti di tachicardia, calo della pressione arteriosa, dispnea, astenia, vertigini e tendenza allo svenimento, sintomi questi che per le loro caratteristiche possono dare luogo in un soggetto che presenta una certa fragilità ai sintomi ansiosi, ad attacchi di panico. Uno studioso (Gorman 1998) sostiene che i sintomi dell’attacco di panico quali tachicardia ipertensione ed eccesso di adrenalina possano portare alla luce un lievissimo prolasso che in condizioni di normalità non si sarebbe manifestato. Diversamente, la tesi di Katerndahl (1993) secondo il quale sarebbe proprio la patologia del prolasso della valvola mitralica a determinare la possibilità di attacchi di panico. La diagnosi di questa patologia può essere eseguita attraverso una visita cardiologica.
4) ARITMIE: il ritmo cardiaco può subire delle alterazioni o perché il soggetto si trova in una determinata condizione fisica, o perché ha assunto determinate sostanze o infine perché si trova a vivere stati emotivi legati all’ansia e alla paura. Per esempio, un soggetto stressato che soffre di insonnia può andare facilmente incontro ad episodi di aritmia così come quello che, abituato ad una vita troppo sedentaria, si trovi a dover compiere degli sforzi fisici. Tra le sostanze che possono determinare aritmia citiamo la caffeina, la nicotina, la cocaina, l’alcol e la marjiuana. Anche alcuni psicofarmaci, soprattutto quelli usati nella terapia del panico e della depressione, come gli antidepressivi triciclici e gli ansiolitici (nella fase di astinenza), possono provocare episodi di aritmia. Il ritmo cardiaco poi può essere alterato anche durante le diete dimagranti, nei disturbi alimentari in cui si ricorre al vomito autoindotto e a causa di squilibri ormonali provocati o da patologie a carico della ghiandola tiroidea o banalmente presenti nella fase premestruale.
5) ANEMIA: una carenza di globuli rossi nel sangue, diagnosticata attraverso un semplice prelievo venoso, può essere causata da una mancanza di ferro, di alcune vitamine o da emorragie. I globuli rossi contengono l’emoglobina, una proteina la cui funzione è quella di trasportare ossigeno al cervello. Un minore afflusso di ossigeno al cervello porta ad un aumento della frequenza cardiaca. Nel soggetto, in conseguenza di ciò, si potranno manifestare momenti di debolezza con vertigini, sensazioni di svenimento e fame d’aria, sintomi che nel soggetto ansioso possono facilmente degenerare in attacchi di panico a causa dell’interpretazione drammatica che viene data loro.
6) IPOTENSIONE ORTOSTATICA: quando il soggetto, dalla posizione sdraiata, si alza improvvisamente, si può avere un brusco abbassamento della pressione. Questo calo pressorio che prende il nome di ipotensione ortostatica, fa sì che al cervello arrivi una minore quantità di ossigeno. L’organismo può reagire a quest’alterazione attraverso dei meccanismi di compenso che possono consistere o nell’attivazione del sistema simpatico con aumento della frequenza cardiaca, vampate di calore e sudorazione, o dando luogo a sensazioni di svenimento, di giramenti di testa e di oscuramento della vista. L’interpretazione irrazionale e catastrofica che il soggetto ansioso può dare a questi sintomi, (morirò di infarto, se svengo mi lasceranno morto sul marciapiede, se svengo farò la figura del tossicodipendente) può facilmente scatenare un attacco di panico. L’ipotensione ortostatica è favorita da diete dimagranti, dal forte caldo e dall’uso di farmaci antidepressivi triciclici e di farmaci antipertensivi.
PATOLOGIE A CARICO DELL’APPARATO RESPIRATORIO:
Stati emotivi legata all’ansia, alla paura e alla rabbia possono portare il soggetto a causa della contrazione de i muscoli dell’addome, a dover ricorrere alla respirazione toracica, molto più faticosa ed impegnativa. Questo tipo di respirazione si associa di solito ad un aumento della frequenza e dell’intensità degli atti respiratori, condizione che prende il nome di “iperventilazione”. Durante l’iperventilazione si ha un abbassamento della concentrazione di anidride carbonica nel sangue che determina un minore apporto di ossigeno al cervello per cui più si respira, meno ossigeno arriva al cervello. E’ possibile quindi che un soggetto che è in iperventilazione avverta confusione mentale, sensazioni di leggerezza, di sbandamento, parestesie, formicolii, depersonalizzazione e derealizzazione. Inoltre il coinvolgimento dei muscoli toracici che si ha nell’iperventilazione, induce sensazioni di dolore e oppressione che vengono percepiti dal soggetto come sensazioni di soffocamento. L’iperventilazione oltre che da stress emotivi, può essere dovuta a condizioni climatiche caratterizzate da una forte umidità.
1) ASMA: l’attacco di asma consiste in una contrazione improvvisa dei bronchi e può essere provocato o dall’entrata in contatto con sostanze alle quali si è allergici, o da stati d’ansia o da una predisposizione costituzionale. Si ritiene che frequentemente l’asma bronchiale si associa alla possibilità di avere attacchi di panico proprio a causa dei sintomi che induce come la dispnea e la fame d’aria. Possono andare incontro a dei veri e propri attacchi di panico quei soggetti, particolarmente vulnerabili all’ansia che, vedono anche in sintomi di lieve entità come quelli che si possono manifestare nel corso di bronchiti o raffreddori il segnale di una grave malattia.
2) POLMONITE: è una patologia provocata da un’infezione ai polmoni che porta ad una riduzione degli scambi gassosi. Sintomi quali, tosse, dolore al torace, cefalea, stanchezza possono essere per alcuni soggetti causa di forte preoccupazione e ansia. Generalmente si risolve grazie ad una terapia antibiotica.
PATOLOGIA A CARICO DEL SISTEMA NERVOSO CENTRALE E PERIFERICO:
1) EMICRANIA: i soggetti che soffrono di questa patologia sono portati a sviluppare una particolare sensibilità al dolore che spesso si associa ad una risposta ansiosa e a comportamenti di evitamento nei confronti di quelle situazioni nelle quali sono state avvertite sensazioni dolorose alla testa. Alcuni studi hanno addirittura riscontrato un’incidenza tredici volte maggiore di attacchi panico in soggetti che soffrono di emicrania rispetto a chi non ne soffre (Breslau e Davis, 1993).
2) ARTROSI CERVICALE: l’artrosi, patologia che può presentarsi con l’avanzare dell’età, è causata da una riduzione dello spazio esistente tra le vertebre cervicali che determina una compressione dei piccoli nervi che vi emergono. Ciò può provocare sintomi come vertigini, capogiri, sensazioni di sbandamento, tensione e dolore ai muscoli del collo che nei soggetti che presentano una certa fragilità all’ansia, possono essere interpretati come segnali di gravi malattie e dare luogo a reazioni di panico.
3) DISTURBI VESTIBOLARI: consistono in tutti quei disturbi che coinvolgono il vestibolo, il principale organo dell’equilibrio, e possono originare da processi infettivi o degenerativi. Tra questi disturbi, la Sindrome di Menière, di origine neurologica, induce una sintomatologia molto intensa che riguarda 1 o 2 casi su 10000. I soggetti che ne soffrono presentano sintomi quali vertigini, sensazioni di ottundimento e nausea. Si è visto che le crisi di panico possono manifestarsi più facilmente in quei soggetti che, ignorando l’origine dei sintomi , li interpretano in senso catastrofico, come segnali di gravi malattie. La diagnosi dei disturbi vestibolari può essere fatta attraverso una serie di accertamenti che valutano in modo oggettivo la funzionalità vestibolare.
4) EPILESSIA DEL LOBO TEMPORALE: questo tipo di epilessia può scatenare delle crisi molto simili a quelle di un attacco di panico caratterizzate da un esordio improvviso, da terrore, da sintomi fisici neurovegetativi e da sintomi cognitivi (confusione, depersonalizzazione, derealizzazione, allucinazioni visive stereotipate). La diagnosi differenziale con gli attacchi di panico può essere effettuata attraverso un elettroencefelogramma che nell’epilessia risulta alterato. Inoltre la natura drammatica e complessa della sintomatologia può facilamente scatenare attacchi di panico.
PATOLOGIE A CARICO DELL’APPARATO ENDOCRINO( ORMONALE):
1) MALATTIE DELLA TIROIDE: soprattutto un eccesso di ormone tiroideo, come avviene nell’ipertiroidismo, può indurre sintomi, quali tachicardia, sudorazione, dispnea, ansia, irritabilità e labilità emotiva che, in una personalità predisposta all’ansia, possono dare luogo facilmente ad attacchi di panico. La diagnosi dell’ipertiroidismo viene fatta attraverso esami di laboratorio sugli ormoni tiroidei. Si stima che tale disturbo sia maggiormente diffuso tra la popolazione femminile e che ne soffrano 2 donne su 100.
2) IPERCORTISOLEMIA: questa patologia chiamata anche “morbo di Cushing” è dovuta ad un eccesso di cortisolo, un ormone prodotta dalle ghiandole della corteccia surrenale. La diagnosi viene fatta attraverso esami di laboratorio che vanno a valutare il dosaggio dei corticosteroidi nelle urine durante le 24 ore. Raramente tale patologia può causare attacchi di panico anche se negli uomini può causare impotenza e sintomi psichici come depressione, difficoltà di concentrazione, stati confusionali e deliranti e momenti di agitazione nervosa. Nelle donne, tra le quali tra l’altro è più diffusa, può causare obesità, aumento della peluria sul volto ed irregolarità nel ciclo mestruale.
3) FEOCROMOCITOMA: è un tumore benigno che porta ad un’iperproduzione di catecolamine (adrenalina e noradrenalina). La diagnosi viene posta attraverso esami di laboratorio che consentano di valutare la quantità di catecolamine raccolte nelle 24 ore durante il periodo critico. L’eccesso di catecolamine scatena sintomi come tachicardia, palpitazioni, sudorazione, vampate di calore, vertigini, parestesie, attacchi di cefalea e offuscamento della vista. La loro manifestazione è improvvisa ew proprio a causa di questo i soggetti che ne vengono colpiti e che hanno una fragilità all’ansia possono andare incontro a crisi di ansia e di panico.
4) CARCINOIDE: è un tumore benigno che consiste nella produzione di ormoni quali adrenalina, istamina e bradichinina. Questi ormoni che vanno ad agire sull’apparato cardiocircolatorio, sono responsabili di sintomi quali rush cutaneo, cianosi, crampi addominali e diarrea, sintomi che facilmente possono dare luogo ad attacchi di panico in quei soggetti che sono più esposti al rischio di reazioni ansiose. La diagnosi viene effettuata grazie alla tomografia computerizzata .
5) DIABETE: questa patologia è causata dalla carenza di un ormone secreto dal pancreas, l’insulina, la cui funzione è quella di consentire il passaggio del glucosio dal sangue alle cellule. Se vi è una carenza di insulina il glucosio rimane nel sangue e viene poi eliminato dai reni. Il diabete provoca notevoli danni nell’organismo; può danneggiare i nervi periferici e comportare difficoltà nella deambulazione, impotenza e bruciore in varie parti del corpo, può portare a problemi circolatori e allo sviluppo di aterosclerosi con cecità e può aumentare la vulnerabilità alle infezioni. Gli attacchi di panico non sono tanto associati all’accumulo di zuccheri nel sangue ma ad un loro calo in seguito all’iniezione di insulina o all’uso di altri farmaci ipoglicemizzanti. Quando la glicemia scende al di sotto di 0,40mg /100ml si possono manifestare sintomi come tachicardia, sudorazione, vertigini e senso di confusione che possono evolvere in una crisi di panico se un soggetto predisposto all’ansia li vive in maniera drammatica attribuendo loro un significato di rischio per la vita.
6) SINDROME PREMESTRUALE: conosciuta anche come “ disturbo disforico della tarda fase luteinica” può comparire durante l’ultima settimana del ciclo mestruale ed attenuarsi con l’inizio delle mestruazioni. Essa è caratterizzata da sintomi abbastanza gravi che spesso determinano nella donna un aggravamento di disturbi già presenti come avviene per i disturbi d’ansia, in particolare per il disturbo da attacchi di panico,per i disturbi dell’umore,per quelli somatoformi, per quelli indotti dall’ uso di sostanze, per quelli di personalità e per la bulimia nervosa. Il quadro sintomatologico della sindrome premestruale è complesso ed è caratterizzato da una marcata labilità affettiva con tendenza al pianto e alla rabbia, umore depresso con diminuzione di interesse verso le proprie attività, difficoltà di concentrazione e variazioni dell’appetito. Si stima che tale disturbo interessi il 50% delle donne e che veda il suo esordio tra i 13 e i 30 anni di età.
7) MENOPAUSA: questa fase fisiologica che ogni donna attraversa nel corso della sua vita tra i 45 e i 50 anni circa è dovuta al calo progressivo nella produzione di ormoni femminili, progesterone ed estrogeni, che oltre ad alterare un equilibrio che aveva accompagnato la donna per tutta l’età fertile, determina anche una serie di disturbi e malesseri. Gli estrogeni ed il progesterone infatti, influenzano tutto l’organismo ed intervengono in molti processi vitali: il cervello, il sistema nervoso, il cuore, la pelle, le ossa, gli organi genitali ed il metabolismo dei grassi. Inoltre il calo degli estrogeni comporta per la donna anche la perdita del “privilegio biologico” (nei confronti del maschio) che l’aveva protetta da una serie di malattie come ad esempio quelle cardiovascolari. Tali alterazioni ormonali provocano nella donna sintomi caratteristici come sudorazione, vampate di calore, tachicardia , alterazioni della pressione arteriosa e disturbi dell’umore nei quali rientrano difficoltà psicologiche di ogni tipo; da alterazioni del sonno con insonnia o ipersonnia, difficoltà di concentrazione, irritabilità, crisi di pianto, affaticabilità e stati ansioso-depressivi che in una persona che già soffre di attacchi di panico vanno a complicare notevolmente il quadro sintomatologico.
ALLERGIE:
Alcuni studi riportano una presenza più elevata di allergie in soggetti che soffrono di attacchi di panico rispetto alla popolazione generale (Schmidt-Traub e Bamler, 1997). Una spiegazione potrebbe essere rintracciata nel fatto che lo stress aumentando nel soggetto il rischio di reazioni allergiche, determina un circolo vizioso: l’allergia induce sintomi come nausea, diarrea, tachicardia, aritmia ipotensione ortostatica e vasodilatazione che possono essere facilmente confusi con quelli propri di un attacco di panico e innescare quindi una vera e propria crisi e ed il panico a sua volta può provocare l’aggravamento dei sintomi dell’allergia.
FIBROMIALGIA:
E’ una malattia dalle cause ancora sconosciute. Potrebbe essere legata ad alterazioni a carico dei neurotrasmettitori, a squilibri ormonali, ad alterazioni del sonno o allo stress. Il principale sintomo è costituito dal dolore che può essere localizzato sul collo, sulle spalle e sulle braccia o coinvolgere tutto il corpo. Il 90% dei malati di fibromialgia accusa affaticabilità, stanchezza e difficoltà nel dormire come difficoltà a prendere sonno, frequenti risvegli e sensazione di non aver riposato. A ciò si possono aggiungere sintomi emotivi quali ansia, depressione e attacchi di panico.
MALE DI ALTITUDINE:
E’ una patologia causata dal mancato adattamento dell’organismo alle alte quote. Può assumere forme più o meno gravi e se non trattata può essere addirittura letale. I sintomi più comuni sono cefalea, stanchezza, vertigini, difficoltà di respiro e malessere generale ai quali si possono aggiungere sintomi psichici come irritabilità, attacchi di panico, difficoltà di giudizio e confusione mentale. Il male di altitudine è causato da un abbassamento dei livelli ematici di ossigeno e insorge soprattutto se la persona percorre la salita troppo rapidamente. Alcuni soggetti che hanno avuto il loro primo attacco di panico dopo una gita in montagna o dopo un volo aereo attribuiscono erroneamente le cause agli spazi aperti o chiusi anziché all’altitudine.
Dr. Antonio Grande: Opera a Bologna dal 1980. Laureato in Psicologia (Univ. Padova) ed in Pedagogia (Univ. Bologna), ha seguito una prima formazione post-universitaria in Riabilitazione e Psicoterapia del Linguaggio e poi, sviluppando e approfondendo i propri interessi, Specializzazioni e Formazioni, al minimo quadriennali, in Psicoterapie Dinamiche Brevi, in Psicoterapia Ipnotica, in Psicoterapia Psicoanalitica e in Consulenza Sessuale e Sessuologia Clinica. Già direttore del Centro di Psicologia Applicata, è attualmente direttore del Centro Studi di Psicoterapia "Arca" e direttore scientifico della Rivista di Psicologia Psicoterapia e Sessuologia "ARCA ".
Dr.ssa Gabriella Ranalli: Dopo la laurea in Psicologia Clinica ha conseguito la specializzazione in Psicoterapia Psicoanalitica presso la Società Italiana di Psicoterapia Psicoanalitica. Negli anni successivi si è formata in Psicodiagnostica Clinica presso il CEIPA - Istituto di formazione e ricerca scientifica, Roma. Ha seguito poi un Master in Sessuologia Clinica presso il Centro Italiano di Sessuologia e un altro Master in Ipnosi Ericksoniana presso la Società Italiana di Ipnosi. Ha svolto poi il Training (I e II livello) del metodo terapeutico EMDR presso l’Associazione EMDR Italia.
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Vedi anche nel sito:
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