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Utilizzo di sostanze e attacchi di panico
Dr. Antonio Grande e Dr.ssa Gabriella Ranalli - Psicoterapeuti Psicologi Bologna
UTILIZZO DI SOSTANZE E ATTACCHI DI PANICO: per fare una diagnosi certa di disturbo da attacchi di panico occorre poter escludere, valutando accuratamente la sintomatologia e la storia clinica del soggetto, che vi siano comportamenti di utilizzo e abuso di sostanze o l'assunzione di alcuni farmaci che potrebbero agire da veri e propri fattori scatenanti una crisi di panico, in assenza dei quali probabilmente questa non si sarebbe verificata. A differenza di quanto accade nel disturbo da attacchi di panico, nel quale gli attacchi non dipendono dall'assunzione di sostanze o farmaci ed hanno un esordio improvviso ed inaspettato, in questo caso invece può essere rintracciata una vera e propria correlazione tra l'assunzione della sostanza e del farmaco e la comparsa della crisi di panico; ne consegue che, solo se le crisi di panico perdurano nonostante il soggetto abbia smesso di assumere quella data sostanza o quel dato farmaco, possiamo dire di essere in presenza di un disturbo da attacchi di panico.
ALLUCINOGENI (LSD, Mescalina, Psilocibina): gli allucinogeni sono droghe che causano allucinazioni, cioè gravi distorsioni del modo in cui la persona percepisce la realtà. Dopo l’assunzione di queste droghe, si possono avere allucinazioni terrificanti e perturbanti, i cosidetti “bad trips”, durante le quali il soggetto sente molto forte la paura di impazzire. Dal momento che uno dei sintomi cardini del disturbo da attacchi di panico, è la paura di impazzire, si può intuire come queste esperienze possano facilmente avere come conseguenze lo sviluppo di un vero e proprio disturbo da attacchi di panico.
COCAINA, CRACK, ECSTASY, AMFETAMINE: l’assunzione di queste sostanze determina una serie di sintomi fisici come tachicardia o bradicardia, sudorazione o brividi, agitazione psicomotoria o rallentamento, nausea o vomito, ipertensione o ipotensione, depressione respiratoria, dolore toracico o aritmie, confusione, crisi epilettiche, discinesie, distonie o coma. Se la quantità di sostanza assunta è eccessiva o se l’assunzione avviene in un contesto nel quale il soggetto non si sente tranquillo, il soggetto per l’effetto di questi sintomi fisici può spaventarsi a tal punto da avere un vero e proprio attacco di panico.
MARIJUANA, HASHISH: in piccole dosi queste droghe inducono un senso di benessere ed uno stato di rilassamento che può essere accompagnato da un’esaltazione della percezione visive, olfattiva e gustativa e da una leggera alterazione nella formazione e nell’espressione del pensiero. In dosi più elevate si possono avere pensieri frammentari, un alterato senso dell’identità personale, emozioni che cambiano rapidamente e allucinazioni e fantasie. Se le esperienze indotte dall’assunzione sono vissute male dal soggetto, possono assumere nella sua memoria la forma di ricordi post-traumatici, e portare allo sviluppo di un vero e proprio disturbo da attacchi di panico.
NICOTINA: Attacchi di panico possono essere favoriti sia da un eccessivo consumo di nicotina, per le alterazioni che produce a livello circolatorio, sia durante un periodo di astinenza.
CAFFEINA: Un eccessivo consumo di caffeina produce sintomi come tachicardia, tremore muscolare, dispnea, insonnia e ansia che facilmente possono innescare una reazione di panico.
SEDATIVI (EROINA, ALCOL, ANSIOLITICI): l’astinenza forzata da queste sostanze, che creano una forte dipendenza fisica e psicologica, produce nel soggetto sintomi simili a quelli di un attacco di panico: tremori, tachicardia, brividi, pelle d’oca, nausea, crampi addominali, apprensione ed insonnia.
ALCOL: L’assunzione di una quantità eccessiva di alcol può causare vertigini, capogiri e perdita di lucidità. Questi sintomi possono aumentare la possibilità che il soggetto si metta in situazioni ridicole o imbarazzanti nelle quali può venire deriso e abbandonato, tutte circostanze queste che aumentano la probabilità di avere un attacco di panico. Una certa vulnerabilità all’ansia è stata riscontrata sia negli alcolisti che nei soggetti che soffrono di disturbo d attacchi di panico. L’alcol può venire utilizzato da alcuni soggetti come un rimedio fai da te per superare sintomi ansiosi: i soggetti più esposti al rischio di diventare dipendenti sono quelli che traggono dall’assunzione di alcol effetti positivi sulla loro ansia e sensazioni di benessere. Molti soggetti con fobia sociale, per esempio, utilizzano l’alcol nel tentativo di superare la loro timidezza o quelli che soffrono di disturbo da attacchi di panico per alleviare l’ansia anticipatoria che precede l’attacco di panico. Una volta che la dipendenza dall’alcol si è instaurata, la mancata assunzione della sostanza alcolica determina una vera e propria crisi di astinenza con sintomi quali tachicardia, tremori, sudorazione, nausea, aumento della frequenza respiratoria fino all’iperventilazione, dilatazione delle pupille ed agitazione psicomotoria. I soggetti con disturbo da attacchi di panico temono molto tutti questi sintomi e per sfuggirvi ricorrono facilmente all’assunzione di alcol e ciò peggiora ulteriormente il quadro della dipendenza. Per concludere si è visto che l’abuso di alcol è più frequente nei soggetti che soffrono di disturbo da attacchi di panico rispetto a quelli che soffrono di un disturbo ossessivo compulsivo o di fobie.
FARMACI CHE POSSONO PRODURRE SINTOMI SIMILI A QUELLI DI UN ATTACCO DI PANICO:
Tra i farmaci che possono favorire la comparsa di un attacco di panico ricordiamo che vi sono alcuni antipertensivi che possono causare alterazioni nel ritmo respiratorio con dispnea e asma, ed altri ancora che possono provocare nausea e sudorazione, sintomi questi che in un soggetto particolarmente vulnerabile all’ansia, possono favorire l’instaurarsi di un attacco di panico. Anche alcuni anestetici locali, di uso soprattutto in odontoiatria, possono provocare un aumento della frequenza cardiaca, soprattutto nei soggetti che si trovano in un momento di vulnerabilità fisica o psichica. Infine citiamo i broncodilatatori che provocando un’alterazione della frequenza cardiaca possono favorire la comparsa di attacchi di panico.
Dr. Antonio Grande: Opera a Bologna dal 1980. Laureato in Psicologia (Univ. Padova) ed in Pedagogia (Univ. Bologna), ha seguito una prima formazione post-universitaria in Riabilitazione e Psicoterapia del Linguaggio e poi, sviluppando e approfondendo i propri interessi, Specializzazioni e Formazioni, al minimo quadriennali, in Psicoterapie Dinamiche Brevi, in Psicoterapia Ipnotica, in Psicoterapia Psicoanalitica e in Consulenza Sessuale e Sessuologia Clinica. Già direttore del Centro di Psicologia Applicata, è attualmente direttore del Centro Studi di Psicoterapia "Arca" e direttore scientifico della Rivista di Psicologia Psicoterapia e Sessuologia "ARCA ".
Dr.ssa Gabriella Ranalli: Dopo la laurea in Psicologia Clinica ha conseguito la specializzazione in Psicoterapia Psicoanalitica presso la Società Italiana di Psicoterapia Psicoanalitica. Negli anni successivi si è formata in Psicodiagnostica Clinica presso il CEIPA - Istituto di formazione e ricerca scientifica, Roma. Ha seguito poi un Master in Sessuologia Clinica presso il Centro Italiano di Sessuologia e un altro Master in Ipnosi Ericksoniana presso la Società Italiana di Ipnosi. Ha svolto poi il Training (I e II livello) del metodo terapeutico EMDR presso l’Associazione EMDR Italia.
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Vedi anche nel sito:
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- Agorafobia
- Agorafobia..la fobia delle situazioni senza uscita
- Aspetti neurologici del panico: il contributo delle neuroscienze
- Quali patologie organiche possono produrre sintomi simili a quelli dell'attacco di panico?
- Esistono condizioni ambientali e stimoli fisici che possono favorire la comparsa di reazioni ansiose?
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