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// Homepage : Psicologia e Terapia della Balbuzie e dei Tic : Dalla logofobia ad una nuova consapevolezza di sé

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DALLA LOGOFOBIA AD UNA NUOVA CONSAPEVOLEZZA DI SE'

 

Dr.ssa Genny Sagona - Psicologo Specialista in Psicoterapia Cognitivo - Comportamentale 

Palermo

 

 

Introduzione

La teoria a cui si fa riferimento in questo articolo è principalmente quella dell’Acceptance and Commitment Therapy (ACT) il cui focus è fare ciò che funziona per andare dove vogliamo.

L’aspetto centrale è rappresentato dallo scegliere la propria direzione e diventare sempre più capaci di muoversi verso quest’ultima tramite le proprie azioni, nonostante la presenza di ostacoli.

Scegliere una direzione o più direzioni implica il riconoscimento di chi e che cosa è importante per noi. Nell’ACT, avere l’abilità di scegliere di fare ciò che funziona al fine di muoversi verso chi o che cosa è importante per noi, nonostante la presenza di ostacoli, è conosciuta come flessibilità psicologica.

Più di vent’anni di ricerca internazionale sull’ACT suggeriscono che la flessibilità psicologica può essere una chiave per la   salute mentale e per una vita ottimale.

Mentre i primi approcci si sono focalizzati su come ridurre efficacemente gli ostacoli interni (pensieri, sentimenti e sensazioni indesiderati), l’ACT cerca di promuovere l’azione guidata dai valori anche   di fronte a tali ostacoli.

Nell’ACT, questa è chiamata una vita di valore; una vita guidata dai valori è caratterizzata dalla capacità di identificare ciò che è importante per noi e agire in base a ciò, piuttosto che vivere con il pilota automatico aspettando che gli ostacoli svaniscano, prima di fare ciò che è importante per noi.

La matrice ACT è un diagramma che implica la capacità di notare; un diagramma che si è mostrato utile ad attivare la flessibilità psicologica; esso è composto da due linee perpendicolari. La linea verticale è la linea dell’esperienza. Quest’ultima definisce la differenza tra gli aspetti della nostra esperienza che avvengono tramite i nostri cinque sensi – vista, udito, olfatto, gusto e tatto (in alto) e la parte della nostra esperienza che emerge dalla nostra attività mentale o dalle abilità introspettive (in basso).

La linea orizzontale è la linea del comportamento. Quest’ultima definisce la differenza tra azioni che hanno la funzione di allontanarci da esperienze indesiderate (per esempio, muoversi via dalla paura) e azioni che hanno la funzione di avvicinarci a chi e che cosa è importante (per esempio, muoversi verso qualcuno che amiamo).

Figura 1:  Matrice: a destra ci si muove verso ciò che è importante; a sinistra ci si muove via dagli ostacoli che non ti aiutano a raggiungere ciò che è importante

 

Collocare la nostra esperienza nella matrice aiuta a concettualizzar la propria vita e a notare se ciò che si fa è orientato a muoversi verso o via da; i pazienti imparano i movimenti utili sia verso sia lontano da, perché la matrice li aiuta a restare connessi al momento presente. Proprio come è presente un feedback immediato quando si impara a rallentare durante una curva, la matrice fornisce feedback immediati su ciò che funziona e ciò che non funziona nel favorire una vita guidata dai valori. Richiede un po’ di pratica, ma l’apprendimento arriva rapidamente.

Si dà un foglio di carta e si fa disegnare una linea orizzontale con delle frecce ad entrambe le estremità, scrivendo la parola “verso” a destra e le parole “via da” a sinistra.

A questo punto si fa disegnare una linea verticale tratteggiata che taglia in due la linea orizzontale.  lasciando uno spazio nel mezzo di entrambe le linee.

Subito dopo, cominciando a guidare la prima esplorazione della matrice del paziente si fanno cinque domande chiave:

  • Chi e che cosa sono importanti per te?
  • Che cosa si presenta e ti ostacola a muoverti verso chi o che cosa è importante per te?
  • Chi si trova al centro del punto di vista?
  • Quali sono alcune delle cose che fai per muoverti via dalle esperienze interne indesiderate?
  • Che cosa fai o potresti fare per andare verso chi o che cosa è importante?

(Dal testo “la Matrice ACT” K. L. Polk, B. Shoendorff, M. Webste, F. O.Olaz)

 

Storia del disturbo

Dall’ analisi della storia infantile di F. (10aa.), il più grande di 2 figli, e dalla raccolta anamnestica effettuata attraverso un colloquio con la madre non emergono fattori predisponenti all’insorgenza del disturbo.

L’età di esordio è collocabile intorno ai 6aa. e sembrerebbe legata ad una situazione scatenante che avrebbe rotto l’equilibrio psico-emotivo del bambino.

 

Osservazione del comportamento verbale

È stata effettuata l’osservazione della balbuzie e la raccolta dei dati relativi a frequenza e durata degli episodi, sintomatologia presentata e movimenti associati.

Per valutare la frequenza e la durata degli episodi sono stati registrati in fase di assessment i colloqui del paziente in seduta, in conversazione libera e lettura (in conversazione: 36 episodi di balbuzie in 5 min; in lettura: 42 in 5 min)

 

Sintomatologia presente

I genitori riferiscono di avere chiesto aiuto a causa delle paure di F. che vuole superare, in particolare la logofobia (ogni volta che deve parlare o spiegare qualcosa sa già che si inceppa e ciò causa un blocco iniziale); il pensiero fisso è di rimanere con la bocca bloccata e non riuscire a parlare.

I sintomi presenti in F. sono quelli che caratterizzano la forma tonica e clonica della balbuzie; la sintomatologia psichica si riferisce ad alterazioni nelle difficoltà psico-emotive (rabbia nel momento in cui non riesce a parlare) e bassa autostima.

In fase di assessment sono stati somministrati alcuni test psicodiagnostici al fine di integrare le informazioni possedute.

Nello specifico sono stati usati i seguenti strumenti:

  • Matrici di Raven colorate: Q.I. nella media;
  • Queva: punteggio 12; indice di bassa autostima;
  • Scared: punteggio tot 28 che indica un disturbo d’ansia; nello specifico è molto alta la scala di ansia sociale, ansia da separazione e fobia scolastica;
  • SDQG: in cui la scala riguardante la sintomatologia emotiva è quella clinicamente più rilevante.

 

Diagnosi

Il bambino ha un disturbo di disfluenza verbale (balbuzie) e disturbo d’ansia sociale, con paure connesse alla performance scolastica.

 

LA TERAPIA

L'intervento ha come obiettivo finale il miglioramento dell'eloquio, il raggiungimento dell’autostima e una regolazione emotiva.

Quella a seguire è la matrice costruita con il paziente in base alla sintomatologia, a ciò che è importante e a come muoversi per raggiungere ciò che conta veramente.

Ciò che conta è rappresentato con un cuore, gli ostacoli interni con un personaggio mostruoso, come si reagisce agli ostacoli interni rappresentato da una porta bloccata e le azioni impegnate vengono rappresentate dal surfare l’onda.

Alla fine, si può documentare la matrice compilata, magari fotografandola con il telefono.

Figura 2: Matrice di F.: a destra ci si muove verso ciò che è importante; a sinistra ci si muove via dagli ostacoli che non ti aiutano a raggiungere ciò che è importante; in alto a six ci sono le reazioni agli ostacoli interni; in alto a dex le azioni impegnate per raggiungere le cose importanti

 

Per regolarizzare la respirazione (azione impegnata) e favorire lo sblocco dei muscoli prelaringei, si insegna al paziente che, quando sta per pronunciare la parola critica, deve inspirare profondamente, pensare alla parola e pronunciarla in fase espiratoria. Questa tecnica, che dovrà essere appresa dal paziente e messa in atto a ogni inizio di inceppamento, si compone delle seguenti fasi:

  • inspirazione profonda;
  • anticipazione cognitiva della frase;
  • esposizione in fase espiratoria.

Si lavora inoltre sulle abilità non verbali, e la presenza nel qui e ora, ossia:

  • contatto oculare;
  • espressione facciale;
  • distanza interpersonale e tono voce.

Su quelle verbali:

  • avvio, mantenimento e chiusura di una comunicazione;
  • gestione del discorso (inserirsi in una comunicazione, alternare i turni, gestire pause);
  • diritti assertivi, in particolare di sbagliare, di prendersi il tempo prima di rispondere, quindi su accettazione e flessibilità.

Molto importante è l’esercizio di immaginazione “Foglie sul ruscello” che permette di riconoscere i pensieri negativi e lasciarli andare senza agganciarli.

Figura 3: Disegno della tecnica di immaginazione che permette di lasciare andare i pensieri negativi che sopraggiungono, ritrovando la calma

 

La convinzione profonda di F. è: “non devo sbagliare”; nel corso della terapia F. fa una serie di esperimenti che contrastano queste convinzioni fino alla formazione della convinzione alternativa: “posso imparare dai miei errori”.

È stata effettuata l’osservazione della balbuzie e la raccolta dei dati relativi a frequenza e durata degli episodi, sintomatologia presentata e movimenti associati durante tutto il trattamento; in particolare nell’ultimo incontro per valutare la frequenza e la durata degli episodi di balbuzie è stata registrata la conversazione del paziente in seduta (6 episodi di balbuzie in 5 min).

F., tramite un percorso di esperimenti di esposizione, l'ausilio del registratore e l'ascolto delle ripetizioni, onde sentirsi sicuro, raggiunge una padronanza del discorso e un nuovo equilibrio emotivo, rappresentato alla fine del nostro percorso con il disegno di un supereroe, in cui si descrive, descrive i suoi poteri e ciò che lo può aiutare nel corso del tempo.

Fiugra 4: Disegno del super eroe che è diventato, con descrizione, poteri e strumenti di ausilio

 

 

Dr.ssa Genny Sagona
Psicologo Psicoterapeuta Cognitivo  Comportamentale - Palermo

genny.sagona@gmail.com - Cell. 340 2841758

 

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