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DISFORIA DI GENERE: il caso di M.
Dott.ssa Genny Sagona Psicologa, Psicoterapeuta - Palermo
Introduzione
La disforia di genere è il disagio percepito da un individuo che non si riconosce nel proprio sesso fenotipico o nel genere assegnatogli alla nascita. La disforia è indipendente dall’orientamento sessuale e non va confuso con esso: infatti queste persone possono avere qualsiasi orientamento sessuale e sentimentale. Ad esempio possono essere eterosessuali, omosessuali, o avere comportamenti bisessuali o asessuali.
L’identificazione nel sesso opposto ed il relativo disagio provocato da questa condizione possono essere avvertiti già in fase preadolescenziale, in alcuni casi anche prima.
Secondo il DSM-5, i criteri diagnostici per identificare l’incongruenza di genere negli adolescenti e negli adulti sono i seguenti:
- Una marcata incongruenza tra il genere di cui una persona ha esperienza/esprime, e il genere assegnato alla nascita, di durata di almeno sei mesi, che si manifesta con almeno due dei seguenti:
- Marcata incongruenza tra genere esperito e caratteristiche sessuali primarie/secondarie (o nei giovani adolescenti, le caratteristiche sessuali previste).
- Forte desiderio di liberarsi delle proprie caratteristiche sessuali primarie e/o secondarie a causa della marcata incongruenza col genere esperito (o nei giovani adolescenti, il desiderio di prevenire lo sviluppo delle caratteristiche sessuali secondarie previste).
- Forte desiderio per le caratteristiche sessuali primarie o secondarie del genere opposto.
- Forte desiderio di appartenere al genere opposto (o ad un genere alternativo diverso da quello assegnato alla nascita).
- Forte desiderio di essere trattato come un membro del genere opposto (o di un genere alternativo diverso dal genere assegnato alla nascita).
-Forte convinzione di avere sentimenti e reazioni tipici del genere opposto (o di un genere alternativo diverso dal genere assegnato alla nascita).
La condizione dev’essere associata inoltre a sofferenza clinicamente significativa o a compromissione del funzionamento in ambito sociale, lavorativo o in altre aree importanti.
Opinione condivisa e di fondamentale importanza è quella di tentare di ridurre il disagio indotto dalla disforia di genere a causa delle problematiche psicologiche associate a questa condizione.
Tali aspetti, particolarmente presenti durante l’età evolutiva, riguardano:
Ansia
Depressione
Disturbi alimentari, causati principalmente dal tentativo di controllare lo sviluppo del proprio corpo durante la pubertà e limitare i cambiamenti tipici di una maggiore “caratterizzazione sessuale” corporea
Autolesionismo
Ideazioni suicidarie (presente fino al 60% delle situazioni).
È stato dimostrato che, prima si interviene per garantire sostegno e comprensione ai ragazzi che presentano queste condizioni, minori sono i rischi per la loro salute e per il benessere psicofisico.
Nel lavoro psicoterapeutico, è fondamentale che il terapeuta sappia stabilire una relazione autentica in cui la persona possa sentirsi compresa e non giudicata (Bockting, Knudson e Goldberg, 2006).
All’interno del percorso terapeutico con i pazienti con Disforia di genere viene data particolare rilevanza all’esplorazione della storia di genere e dello sviluppo dell’identità sessuale per dare l’opportunità al soggetto di ristrutturare cognitivamente eventi significativi, validare le sue emozioni e rafforzare il senso di Sé. Un’altra area su cui è bene focalizzarsi in terapia è la transfobia interiorizzata, cioè quell’insieme di sentimenti e atteggiamenti negativi che una persona può provare nei confronti della propria condizione. Le caratteristiche associate alla trans fobia interiorizzata sono: scarsa accettazione e stima di sé, sentimenti di inferiorità, vergogna, senso di colpa e l’identificazione con gli stereotipi denigratori. Sebbene l’attuale normativa italiana non preveda la consulenza psicologica quale passaggio obbligato nell’iter per l’ottenimento della rettificazione anagrafica del sesso, è ormai prassi consolidata, nella maggior parte dei casi, il ricorso a essa.
Caso clinico
Questa è la storia di Gaia che adesso si chiama Marco; come evidenziato dal test di assessment CBA-G, inizialmente somministrato, si rileva che G. ha un livello di ansia che inficia il benessere psicofisico; adattamento sociale è percepito come inadeguato e difficoltoso, con possibili ripercussioni su molti aspetti del funzionamento sociale. Il soggetto riferisce di dormire male, lamenta irritabilità e rabbia, paure riferite a spostamenti che comportano l’allontanamento da casa, riferisce di incontrare difficoltà nell’ambiente scolastico, usa un dialogo interno disfunzionale al benessere personale, caratterizzato da rigidi schemi di lettura della realtà, da una visione del presente e del futuro catastrofica e una concezione di sé come vittima sacrificale, si ipotizza una bassa stima di sé.
Dal DFU emerge una identificazione maschile (da un disegno pregresso emergeva lo stesso tema). Vedo M. inizialmente in un periodo preadolescenziale; quando ci conosciamo è in uno stato di inibizione affettiva, con rapporti turbati con la figura femminile e un adattamento sociale percepito come inadeguato, come si riscontra anche dai test sopraindicati; emerge la dipendenza da relazioni malsane e poco autentiche per riempire il vuoto, e su ciò si basa la terapia che lo porta a raggiungere un equilibrio. Lo vedo anni dopo quando, come dice lui stesso, si fa spazio la consapevolezza di non volere quel corpo e a 17 anni giunge l’emergenza di fare coming out con la famiglia.
Oltre al colloquio preliminare si somministra il test MMPI che non risulta valido, forse a causa di una forte ansia iniziale; comunque i picchi riscontrati sono relativi a:
Hs (Ipocondria), ossia preoccupazione eccessiva per la propria salute, presentando una varietà di disturbi somatici con origine organica scarsa o assente.
D (Depressione): reazioni depressive, sensazioni di scoraggiamento, pessimismo e disperazione, aspetti della personalità di base riguardanti eccessivo senso del dovere, standard personali elevati e intrapunitività; inoltre vi è una rimurginazione eccessiva.
Nelle scale di contenuto si rileva un’ansia eccessiva, una perdita di controllo nel momento in cui viene espressa la rabbia (Ang), bassa autostima (Lse) e problemi familiari (Fam). Infine indicativo è il picco degli Indicatori di Difficoltà di Trattamento (Trt) che indica che il paziente sente di avere problemi per i quali non può trovare conforto parlandone con qualcuno, non pensa di cambiare niente nella sua vita, o comunque sente impossibile tale cambiamento.
La percezione del proprio sesso, infatti, è una componente centrale della propria identità. Non sempre, però, il proprio sesso anatomico e il proprio genere, la propria relazionalità e il riconoscimento sociale sono in pieno accordo. Quello affrontato da M. non è un percorso semplice nè certamente di scelte chirurgiche di poco conto. A tali interventi seguono poi cambiamenti di stato civile di ragguardevole portata anche sul piano legale. (Dettore D., 2005)
L’ autoapertura con la famiglia in un contesto protetto è fondamentale per indagare e rispondere alle emozioni emergenti; il vissuto familiare al momento della rivelazione è inizialmente di difficoltà di comprensione e dolore nell’esperire il dolore di M. fino a giungere ad uno stato di accettazione e divenire sostegno e accompagnamento nel percorso di transizione tramite l’aiuto di un’equipe multiprofessionale adeguata. Oggi, al liceo da lui frequentato l’identità diventa fluida e G. potrà essere Marco; in Sicilia è il primo Istituto a supportare la cosiddetta “carriera alias” degli studenti; per questo motivo il nome sul registro cambia e si lavora per affrontare la questione bagno in modo che possa esistere un bagno senza genere. Adesso M. può vivere liberamente la sua identità a scuola e nelle relazioni sociali.
Bibliografia
Bockting W.O., Knudson G., Goldberg M., 2006. Counselling and Mental Health Care of Transgender Adults and Loved Ones. Vancouver Coastal Health.
Dettore D., 2005. Il Disturbo dell’Identità di Genere. Diagnosi-Eziologia-Trattamento. MacGraw Hill.
Lingiardi V., Nardelli N., 2019. Il counseling e la psicoterapia con persone lesbiche, gay, bisessuali e transgender (LGBT). In S. Massa (a cura di), Counseling Psicodinamico. Colloquio, consultazione e restituzione in contesti clinici e applicativi (pp. 255-269). Torino: Ananke Lab.
DSM-5-TR. Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali. Text revision- di Giuseppe Nicolò e Enrico Pompili -Raffaelo Cortina Editore
Dr.ssa Genny Sagona
Psicologo Psicoterapeuta Cognitivo Comportamentale - Palermo
genny.sagona@gmail.com - Cell. 340 2841758
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