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DISTURBO DELL’ORGASMO MASCHILE

(Anorgasmia maschile - eiaculazione ritardata o impossibile)

 

Dr. Antonio Grande - Sessuologo Bologna 

 

 

 - Quando si può parlare di anorgasmia o di eiaculazione ritardata?
 - Sotto quali forme si può manifestare il disturbo?
 - A quali reazioni e conseguenze può portare questo disturbo?
 - Quali sono le cause del disturbo dell'orgasmo maschile?
 - Come si cura il disturbo dell'orgasmo?

 

DEFINIZIONE DEL DISTURBO

La caratteristica fondamentale del disturbo dell’orgasmo maschile e' un persistente o ricorrente ritardo, o assenza dell’orgasmo, dopo una fase di normale eccitazione e nell’ambito di una attivita' sessuale che, tenendo conto dell’eta' del soggetto, puo' giudicarsi adeguata per localizzazione, intensita' e durata (DSM IV).
Se il disturbo e' sempre stato presente fin dall’inizio dell’attivita' sessuale, lo definiamo primario o permanente, se invece interviene a un certo punto della vita sessuale, secondario o acquisito.

Riferendoci invece alle situazioni in cui si manifesta, lo descriviamo come:

• generalizzato se e' presente in tutte le situazioni, cioe' masturbazione, rapporto sessuale, ecc.,
• situazionale se e' invece presente in alcune situazioni e non in altre.

Nella forma del disturbo in cui c’e' assenza dell’orgasmo, primaria e generalizzata, rientrano le persone che non hanno mai sperimentato un orgasmo nella loro vita, pur ricercando e ottenendo, attraverso la masturbazione o un rapporto sessuale, una stimolazione che sarebbe normalmente adeguata a produrlo.

Non essendo possibile alcuna scarica sessuale durante la veglia, le polluzioni notturne, cioe' orgasmi ed eiaculazione durante il sonno in seguito a sogni erotici, regolano la situazione, provocando talvolta il risveglio della persona, che puo' quindi accorgersi di cosa sta succedendo e sperimentare in qualche modo il tipo di sensazioni connesse all’orgasmo e all’eiaculazione.

Più comune e' la forma situazionale in cui, in genere, si puo' raggiungere l’orgasmo masturbandosi, ma non si riesce ad ottenerlo in presenza della partner.
Piu' comune ancora e' la forma in cui non si riesce ad ottenere l’orgasmo con la penetrazione,
ma si può ottenerlo con la stimolazione orale o manuale da parte della partner, per arrivare alle forme di eiaculazione ritardata, in cui si riesce ad eiaculare nella vagina, ma solo dopo un’intensa e prolungata stimolazione precoitale o coitale.

Naturalmente tutte queste ultime situazioni possono presentarsi nella stessa persona, in momenti diversi.

REAZIONI E CONSEGUENZE

L’impotenza secondaria o reattiva e' una potenziale conseguenza del disturbo dell’orgasmo, che può portare alla previsione dell’insuccesso e ad una mortificazione tale da deprimere la reazione erettile.
La partner a sua volta può rimanere disturbata dal ritardo o dall’assenza dell’orgasmo quanto dalle altre disfunzioni sessuali e soprattutto interpretarla come frutto del rifiuto dell’uomo nei suoi confronti, come conseguenza del suo non essere eccitante, del suo non saperci fare ecc., con conseguenze chiaramente immaginabili.

CAUSE DEL DISTURBO DELL’ORGASMO MASCHILE

• Cause fisiche

Molto raramente si riscontrano disturbi dell’orgasmo a causalita' organica. Nella forma secondaria o acquisita possono rivestire un certo ruolo l’assunzione di farmaci (ad esempio antidepressivi), traumatismi che interessino il midollo spinale, ecc.

• Cause psicologiche

Anche in questo tipo di disturbo le cause immediate, quelle di coppia e quelle intrapsichiche possono essere variamente intrecciate fra di loro.
Si può credere
ad esempio di essere affetti da un’anorgasmia, quando magari la difficolta' consiste solo nel produrre un comportamento sessualmente efficace.
Queste difficolta' possono basarsi sull’ignoranza delle dinamiche sessuali, causate talvolta dalla presenza di timori e sensi di colpa che ostacolano la sperimentazione e l’esplorazione della sessualita', e portano a produrre tecniche sessuali inadeguate.

Se timori e sensi di colpa predominano,

un ragazzo puo' ad esempio non sviluppare un’adeguata tecnica masturbatoria e quindi convincersi di non essere in grado di raggiungere l’orgasmo, quando in realta' nessuno, masturbandosi in quel modo, lo raggiungerebbe.
puo' diventare difficile comunicare all’interno della coppia, con sufficiente chiarezza, i propri bisogni e desideri.
• una persona piu' o meno inconsapevolmente puo' cercare partners poco attraenti.
• cercare rapporti sessuali in circostanze sfavorevoli.
• impedire in vari modi alla partner di stimolarlo in modo efficace.
• distrarsi dal normale, necessario ascolto e assecondamento delle proprie sensazioni erotiche
o far sì che la mente venga assorbita da pensieri antierotici, ecc.

Anche il prestare eccessiva attenzione al piacere della partner puo' pregiudicare l’abbandono necessario e l’ascolto delle proprie sensazioni.

Un’importanza a se' ha il fenomeno dello Spectatoring, che consiste in atteggiamenti di difesa involontari dalle sensazioni erotiche attraverso comportamenti di autosservazione o pensieri critici ossessivi, che rendono difficile o impossibile il necessario abbandono.

Questo e' il fenomeno individuato da Master e Johnson che indicarono con questo termine l’atteggiamento in cui, durante l’atto sessuale, si e' in un qualche modo spettatori di se' stessi, ci si pone cioe' al di fuori di se' come osservatori e spesso giudici delle proprie reazioni.

Tipico e' in questo senso l’atteggiamento dell’uomo, soprattutto nelle forme secondarie e situazionali, che giunto in prossimita' dell’orgasmo, comincia a chiedersi: ce la faro' a venire? bloccando cosi' la possibilità di abbandonarsi e di raggiungere l’orgasmo e realizzando, in questo modo, proprio la situazione di anorgasmia temuta.


All’interno della coppia

• il rifiuto, spesso non riconosciuto, della partner
• mancanza di fiducia
• lotte per stabilire chi comanda e chi controlla, ecc.
possono portare ad anorgasmia acquisita e piu' o meno situazionale.

Nell’anorgasmia primaria, situazionale o generalizzata, che e' quella che più di frequente genera una domanda di aiuto specialistico, i fattori intrapsichici sono in assoluto i piu' importanti e vanno tenuti nella massima considerazione.
In questi pazienti puo' riscontrarsi comunemente, anche se naturalmente non sempre, un’aggressivita' e una collera repressa, quindi “trattenuta”, paura di essere abbandonato dalla partner e paura della sofferenza che ne derivera' se ci si “lascia andare”, ecc.

I postulati psicoanalitici che sottolineano ambivalenza nei confronti delle donne e problemi nello sviluppo psicosessuale, possono trovare un supporto, oltre che naturalmente nelle varie osservazioni cliniche, nel fatto che si puo' cominciare con il presentare un’eiaculazione cosiddetta anestetica, priva cioe' delle sensazioni piacevoli che accompagnano l’orgasmo, passare ad un’anorgasmia vera e propria e con una partner successiva ad esempio manifestare un problema di eiaculazione precoce, fenomeno che sembra poco compatibile con l’idea di un disturbo frutto di un semplice apprendimento, ma che possono piu' appropriatamente far pensare invece ad una necessita' interna di difendersi dalle proprie sensazioni erotiche.

Talvolta comunque l’apprendimento sembra poter avere un certo ruolo (vedi l’essere scoperti da una figura autoritaria durante l’attivita' sessuale, con conseguente punizione) e, in ogni caso, un certo numero di persone che soffrono di anorgasmia secondaria presentano all’indagine anamnestica una certa situazione traumatica, connessa all’evidenziarsi del disturbo, che molto probabilmente ha agito come causa scatenante, riattivando antiche angosce infantili, a cui l’individuo reagisce bloccando inconsciamente il riflesso dell’orgasmo.

Per uscire da un linguaggio un po’ tecnico e di non immediata comprensione, portando un esempio che ha qualche tratto in comune con il problema che stiamo trattando, possiamo pensare ad esempio alla reazione che molti di noi hanno probabilmente avuto, di inibire cioe' involontariamente il riflesso della defecazione, sperimentando una certa stitichezza nei primi giorni in cui ci si trova in ambienti nuovi.

Certo non e' che il non defecare possa oggettivamente contribuire ad un migliore adattamento all’ambiente o a dare motivi oggettivi di sicurezza, pero', evidentemente, per i significati arcaici ed inconsci connessi all’atto della defecazione, scatta involontariamente l’inibizione del riflesso e la persona si ritrova a sperimentare suo malgrado uno stato di stipsi.

Allo stesso modo la persona che ha sviluppato un’anorgasmia puo' vivere in un qualche modo uno stato di fondamentale allerta durante la situazione sessuale, che blocca il completo rilassamento sessuale e inibisce, suo malgrado, il riflesso dell’orgasmo.


TERAPIA

Anche in questo caso, naturalmente, una consulenza approfondita, che porti ad una accurata diagnosi della situazione prima di impostare qualunque trattamento terapeutico, e' indispensabile perche' l’aiuto che si cerca o si vuol dare risulti efficace.

Ci si puo' trovare di fronte al ragazzo ansioso a cui bisogna semplicemente spiegare come ci si masturba o come si deve essere adeguatamente stimolati dalla propria partner, ma anche di fronte all’uomo che ha sviluppato una disfunzione erettile (impotenza) secondaria al disturbo anorgasmico e una forma depressiva, che costituiscono i primi problemi da trattare, ma che non accetterebbe mai una cura che non fosse contemporaneamente finalizzata a risolvere il suo problema sessuale di base.

In questo tipo di disturbo, molto piu' che in altri, a giudizio di chi scrive, e' auspicabile che il cosiddetto “sessuologo” abbia competenze nel campo della psicoterapia psicoanalitica, oltre che in quello delle psicoterapie sessuali brevi, e che quindi possa aiutare il proprio paziente su piu' livelli.

Il terapeuta dovra' attentamente valutare insieme al paziente il ruolo dei fattori immediati, intrapsichici o eventualmente di coppia nella determinazione del disturbo e modulare flessibilmente l’intervento in base alle priorita' presenti ed alle risorse utilizzabili nella situazione.


Sara' l’esperienza e la competenza del terapeuta a suggerirgli, caso per caso, come utilizzare, miscelare o alternare eventualmente questi ed altri ingredienti, nell’interesse del paziente.

 

Dr. Antonio Grande - Bologna
Specialista in Psicoterapia e in Sessuologia Clinica - Diagnosi, Consulenza e Terapia delle Disfunzioni sessuali maschili, femminili e di coppia.                                                                                                                 Direttore del Centro studi di Psicoterapia "Arca" e Direttore Scientifico della Rivista di Psicologia Psicoterapia e Sessuologia "ARCA ".

 

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In questo articolo si è parlato di: Orgasmo maschile, Anorgasmia maschile, Eiaculazione ritardata, Impotenza, Masturbazione, Timori e sensi di colpa nella sessualità, Ansia e controllo nella sessualità, Paura di lasciarsi andare, Terapie sessuali, Coppia e sessualità.